Dalla Margherita alle API, dall’Unione di Centro al Partito della Nazione, da Fare Futuro a Generazione Italia, dalla Ferrari, passando per Italia Futura: quattro storie del nuovo che avanza. E il Pd? C’è ma non si vede.
Se fosse la trama di un film ci sarebbe veramente da ridere, altro che Boldi De Sica e Aldo Giovanni e Giacomo.
Stiamo invece trattando le diverse storie politiche dell’anti berlusconismo di questi giorni, fatto di proclami solenni, colpi a suon di fondazioni, magliette estive e “granate” dell’ultima ora.
Si inizia con Rutelli, vecchia volpe mai estinta della politica italiana passato dai radicali, alla margherita ora al centro e chissà se domani a destra, si fa un salto da Casini che annuncia l’esigenza di riforme coraggiose e larghissime intese, si passa per Fini che ormai a forza di imitare Di Pietro rischia di ritrovarsi per sbaglio o per distrazione a marciare accanto all’Italia dei Valori e si arriva al Presidente per eccellenza…che ovviamente è Montezemolo, il nuovissimo che avanza.
Dai fasti della Ferrari, alle sberle di Confindustria fino ad arrivare ad una fondazione che in autunno potrebbe irrompere nell’agone della politica.
Il tutto condito grazie ad un’italica ricetta fatta di accordi, tatticismi e partitini dall’elevato potere contrattuale ma dallo scarso peso politico.
E il Pd? C’è ma come già detto non si vede. E se si vede non fa altro che lamentarsi della manovra correttiva come nel caso dell’Umbria, dove appunto viene convocato addirittura un Consiglio regionale per attaccare il Governo e fare lo show dell’antiberlusconismo.
In assenza del Pd, forse troppo preso a capire con chi allearsi e spiazzato dalla deriva giustizialista del Presidente Fini, tocca al duo Berlusconi Tremonti mettere la faccia su una manovra finanziaria determinante per arginare le difficoltà della crisi economica e per tagliare l’eccessiva spesa pubblica.
Berlusconi e Tremonti, Tremonti e Berlusconi, mentre tutti parlano, manifestano, fondano fondazioni, correnti e correntoni loro vanno avanti, cercano di risolvere problemi e si impegnano insieme alla parte moderata del paese a respingere gli assalti della vecchia politica.
Stiamo invece trattando le diverse storie politiche dell’anti berlusconismo di questi giorni, fatto di proclami solenni, colpi a suon di fondazioni, magliette estive e “granate” dell’ultima ora.
Si inizia con Rutelli, vecchia volpe mai estinta della politica italiana passato dai radicali, alla margherita ora al centro e chissà se domani a destra, si fa un salto da Casini che annuncia l’esigenza di riforme coraggiose e larghissime intese, si passa per Fini che ormai a forza di imitare Di Pietro rischia di ritrovarsi per sbaglio o per distrazione a marciare accanto all’Italia dei Valori e si arriva al Presidente per eccellenza…che ovviamente è Montezemolo, il nuovissimo che avanza.
Dai fasti della Ferrari, alle sberle di Confindustria fino ad arrivare ad una fondazione che in autunno potrebbe irrompere nell’agone della politica.
Il tutto condito grazie ad un’italica ricetta fatta di accordi, tatticismi e partitini dall’elevato potere contrattuale ma dallo scarso peso politico.
E il Pd? C’è ma come già detto non si vede. E se si vede non fa altro che lamentarsi della manovra correttiva come nel caso dell’Umbria, dove appunto viene convocato addirittura un Consiglio regionale per attaccare il Governo e fare lo show dell’antiberlusconismo.
In assenza del Pd, forse troppo preso a capire con chi allearsi e spiazzato dalla deriva giustizialista del Presidente Fini, tocca al duo Berlusconi Tremonti mettere la faccia su una manovra finanziaria determinante per arginare le difficoltà della crisi economica e per tagliare l’eccessiva spesa pubblica.
Berlusconi e Tremonti, Tremonti e Berlusconi, mentre tutti parlano, manifestano, fondano fondazioni, correnti e correntoni loro vanno avanti, cercano di risolvere problemi e si impegnano insieme alla parte moderata del paese a respingere gli assalti della vecchia politica.
