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La doppietta Ferrari non cancella i dubbi sul ponte di comando della casa di Maranello

La netta e insperata, fino a giovedì, superiorità della Ferrari in Germania ha evidenziato, semmai ce ne fosse bisogno, i limiti regolamentari dell’attuale Formula 1.
Abbiamo assistito infatti in questa stagione a continui alti e bassi delle scuderie che in alcune gare sembravano imprendibili, vedi la McLaren in Canada, e in altre irriconoscibili, vedi la stessa Ferrari durante il Gran Premio di Silverstone.
Si potrà obiettare che ogni circuito, vuoi per tipologia di asfalto, curve, frenate e temperature, rappresenta una serie di incognite difficilmente calcolabili.
Se però a questi fattori “storici” delle corse aggiungiamo il fatto che da quest’anno sono vietati i test e le verifiche in pista delle vetture tra una gara e l’altra ci rendiamo conto di quanto lo sviluppo delle singole vetture sia un vero e proprio salto nel buio tra un gara e l’altra.
Assistiamo quindi a intere sessioni di libere del venerdì dedicate alla messa a punto di soluzioni che in teoria dovrebbero già essere state valutate in precedenza.
Tutto ciò ha sicuramente contribuito a fare aumentare la spettacolarità delle corse e l’incertezza sulla competitività delle vetture addirittura da una gara e l’altra ma allo stesso tempo non si può non definire questa attuale Formula 1 sin troppo ingessata solo per certi comportamenti e fin troppo aperta nell’interpretazioni dei fatti in pista.
Su quest’ultimo punto non mi dilungherò molto, ma sul sorpasso di Alonso ai danni di Massa, episodio peraltro lecito in un Mondiale matematicamente aperto, non posso non constatare come per l’ennesima volta il team Ferrari abbia peccato di scarsa fantasia nel compiere l’ordine di scuderia.
Vi sono modi e modi per invertire le posizioni e certamente quello usato ieri, peraltro testimoniato dalle comunicazioni radio, lascia molto perplessità su come vengano gestite alcune dinamiche in Ferrari.
Inoltre il teatrino di ieri completa una mini serie di errate scelte “politiche” del box di Maranello, il mancato reclamo per la furbata di Hamilton a Valencia, il tono malinconico e arrendevole con il quale l’addetto stampa di Maranello accettava in maniera indegna l’immotivata sanzione di Alonso a Silverstone, che non lasciano presagire una chiara condotta di comando all’interno del Reparto Corse.
Non me ne voglia nessuno in casa Ferrari ma per tornare a vincere, oltre che ai progressi della vettura e alla bravura dei due piloti, serve ricostruire un ponte di comando in grado di saper fare delle scelte giuste e di buon senso, cosa che soprattutto in condizioni di meteo instabile questa gestione non è mai riuscita a prendere.

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