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ANM SEMPRE PIU’ IN CRISI. CRITICHE DA CORDER E FIORILLO

Berlusconi attacca i magistrati. L’Associazione magistrati risponde a muso duro con parole di fuoco del presidente Luca Palamara (Unicost) e del segretario, Giuseppe Cascini (Md). Ma sotto le ceneri dello scontro tra Anm e governo cova un fuoco. L’insofferenza nei confronti dell’attuale conduzione dell’Anm è sempre più grande e i segnali sono emersi con forza negli ultimi giorni.
Per leggere ciò che sta accadendo, iniziamo con ordine: da sinistra verso destra. Per prendere le distanze dagli attacchi di Berlusconi alle toghe senza provocare ulteriori polemiche, la maggioranza dei consiglieri di palazzo dei Marescialli pensa di rivolgersi al Capo dello Stato. La formula individuata sarebbe quella di una lettera inviata al comitato di presidenza (formato da Napolitano, il suo vice Vietti e i vertici della Cassazione) per manifestare disagio nei confronti dello «scontro istituzionale» concretizzatosi nella richiesta da parte del premier di una commissione d’inchiesta sui giudici. Dell’elaborazione della lettera si sarebbero fatti carico i tre più autorevoli rappresentanti della maggioranza di centro sinistra al Csm, ovvero il componente laico (e dalemiano) Guido Calvi e i magistrati cassazionisti Riccardo Fuzio (Unicost, corrente di maggioranza relativa tra le toghe) e Aniello Nappi (il “verde” risultato eletto a sorpresa e a scapito del candidato di Magistratura democratica all’interno del comune cartello “Area”).
I tre consiglieri sanno quindi di dover agire con cautela, tanto più perché il malessere inizia a manifestarsi sempre più di frequente sia al Consiglio superiore che all’Associazione magistrati e trova riscontri anche nella base della magistratura. Da una parte la corrente moderata delle toghe, Magistratura indipendente (Mi), e dall’altra il consigliere eletto al Csm fuori dagli schemi correntizi, Paolo Corder, sparano a palle incatenate sulla situazione attuale. In una lettera indirizzata a Palamara e Cascini, il segretario nazionale di Mi, Antonietta Fiorillo, scrive: «Non si comprende davvero perché non sia coinvolta Mi che, fino a prova contraria, fa parte anch’essa dell’Associazione e che rappresenta numericamente il secondo gruppo. In un momento in cui la politica alza nuovamente il tiro, è profondamente sbagliato estromettere dal confronto una delle componenti dell’Associazione, mortificando e rendendo muti, non una corrente della magistratura, ma tutti quei magistrati che negli ideali da essa portati avanti si riconoscono». Sull’incapacità dell’Anm di rispondere in modo efficace agli attacchi del premier dice Corder: «Mi inquieta la situazione di tanti colleghi che ogni mattina vanno in udienza con la consapevolezza di poter essere delegittimati da chi si troveranno davanti». Le proteste di Corder e Magistratura indipendente non nascono dal nulla. L’iniziativa “propositiva” con la quale Palamara e Cascini intendevano rispondere all’esecutivo è finita in un buco nell’acqua: solo pochi giorni fa, alla sala delle conferenze della Camera dei deputati all’assemblea promossa dall’Anm per discutere con i rappresentanti di tutte le forze politiche della riforma della giustizia e dei problemi del settore, i magistrati presenti si contavano sulle dita di una mano, segno – secondo le toghe moderate – di un distacco della base nei confronti dell’attuale gestione dell’Associazione che prosegue dopo la sonora batosta subita dall’asse Md-Unicost nelle elezioni del Csm di luglio. Non si tratta di aspetti di poco conto. Tutte le correnti sono già in fibrillazione per il rinnovo dei vertici dell’Anm, previsto per l’autunno dell’anno prossimo (dal settimanale Il Punto).

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