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Giallo all’associazione magistrati. Napolitano parla e dall’Anm «gelido silenzio»

Che cosa è accaduto all’Anm? Occorrerebbe scomodare Hercule Poirot, oppure Miss Marple per indagare a fondo su cosa sia accaduto ieri a Giuseppe Cascini (Magistratura democratica) e a Luca Palamara (Unità per la Costituzione), rispettivamente potente segretario e subordinato presidente dell’Associazione nazionale magistrati.
Già, perché ieri il Capo dello Stato ha parlato chiaro a proposito della giustizia e dei suoi tempi, infiniti. Nel messaggio inviato al presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, Giuseppe Mussari, il capo dello Stato ha espresso «l’auspicio che anche attraverso una ulteriore utilizzazione delle tecnologie informatiche si garantisca la piena attuazione dei principi del giusto processo». Il Capo dello Stato rileva che l’incontro costituisce una «importante occasione per un confronto (anche a livello europeo) sullo stato della innovazione tecnologica in ambito giudiziario e sui progetti e le iniziative in grado di ampliarne e migliorarne la utilizzazione. Più volte ho ricordato che la eccessiva durata dei processi mina la fiducia dei cittadini nel servizio giustizia e compromette anche la capacità competitiva del nostro paese sul piano economico. Il recupero di una piena funzionalità del sistema esige scelte coraggiose che ne riducano i costi di gestione e ne semplifichino le procedure con il contributo di tutti gli operatori e di ogni altra realtà interessata, compresa quella imprenditoriale. Esprimo perciò vivo apprezzamento per l’impegno che l’ABI pone a tal fine, contribuendo a realizzare progetti di informatizzazione della giustizia (tra i quali il processo civile telematico) la cui sperimentazione ha dato risultati ampiamente positivi che impongono di proseguire lungo la strada intrapresa. Le professionalità e le risorse messe a disposizione dall’ABI, la fattiva cooperazione con le strutture ministeriali, la consapevole disponibilità dell’avvocatura e della magistratura consentiranno, ne sono certo, quello ‘scatto’ di efficienza del sistema – conclude – che il paese attende da tempo». Che cosa ha fatto quindi Napolitano? Ha detto alla politica che i processi sono troppo lunghi – riconoscendo quanto denunciato da tempo dal Pdl – e ha spronato la magistratura ad una «fattiva collaborazione». E qui il giallo: che cosa è accaduto all’Anm? Che cosa è accaduto a Palamara e Cascini? Fino a mezzogiorno il presidente dell’associazione magistrati ha dissertato di un po’ di tutto. Poi, messe in rete dalla agenzie di stampa le parole del presidente del Consiglio superiore della Magistratura, non c’è stato modo di leggere alcun intervento dei vertici delle toghe. Addirittura Cascini, solitamente non contrario ad esprimersi sulle parole dei vertici delle istituzioni repubblicane, ha preferito la via del silenzio stampa. Idem stamattina. La rassegna stampa del Csm non riporta alcun intervento di esponenti dell’Anm o del consiglio superiore a commento delle parole del Presidente della Repubblica. Forse non è il caso di scomodare Poirot e Marple per svelare il giallo andato in scena ieri all’Anm: tramortiti dalle autorevoli parole del Capo dello Stato i sempre più faziosi esponenti dell’Anm, assai inclini a pubbliche prese di posizione, hanno scelto un gelido silenzio. Peccato che nessun giornale italiano abbia titolato, come accade sempre per Berlusconi, «Giustizia, le parole di Napolitano e il gelo dell’Anm».

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