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Shopping sul treno

E’ venerdì 5 dicembre, primo giorno del ponte dell’Immacolata. Tre giorni di vacanza fanno sognare gli Italiani e, a quanto si è visto e letto, riescono soprattutto a farli sciare.
C’è molto movimento alla stazione Termini di Roma. Sto rientrando a casa e ho deciso di salire sul primo treno utile, l’intercity plus 526 “Carignano” che collega Napoli con Torino con partenza prevista alle 13.46. Considerato l’alto numero di passeggeri sono arrivato in stazione con largo anticipo e riesco così a rimediare un biglietto di seconda classe. Il treno c’è già e io sono carico di borse e valigie, quindi perché non prendere già posto?
Quando salgo sul “Carignano” sono le 12.50 e lo trovo praticamente vuoto. Raggiungo il mio posto e sistemo i bagagli, mi siedo e apro il giornale. Ho appena iniziato a leggere quando ecco che si apre bruscamente la porta dello scompartimento: ‹‹We, guagliò, cumme stai? Me le compri le calze?››. Ha una quarantina d’anni e parla con accento campano. Lo vedo tutte le settimane: lui e i suoi “colleghi”, per venti minuti almeno, scorrazzano abitualmente in lungo e in largo per le vetture, cercando di vendere a (caro) prezzo i loro articoli. Dopo una lunga contrattazione e la promessa che nei prossimi viaggi non verrò più importunato, decido di acquistare cinque paia di calzini a 12 euro.
Sono le 13.15, circa mezz’ora prima della partenza. Mi rimetto a leggere quando ecco arrivare un secondo uomo, più sportivo del primo, che mi propone “un affare”. Apre la mano e mi mostra un collier d’oro. A giudicare dall’aspetto si tratta di un oggetto piuttosto pesante. Dico all’uomo che non sono interessato e lo ringrazio. Mi risponde che mi farà un buon prezzo: trecento euro. Trecento euro per un collier effettivamente è un gran bel prezzo. Ma gli rispondo la verità: ho pochi soldi con me e non posso acquistarlo. Appena sentito che sono al verde si dilegua senza salutarmi. Procede speditamente.
Mi rimetto a leggere. È la terza volta che tento di leggere gli sviluppi dello scontro tra le procure di Salerno e Catanzaro. Nel frattempo arriva di nuovo un uomo. Vende calze eleganti ed è dell’equipe del mio “amico”. È sufficiente che gli esibisca il mio recente acquisto perchè mi lasci subito tranquillo.
Altri dieci minuti e questa volta davanti a me e al ragazzo che mi si è seduto di fronte si materializza una ragazza minuta, sulla trentina con il volto gentile. Ha in mano dei santini con l’immagine di Santa Rita e San Francesco. Probabilmente sono i più gettonati. I santi sono italiani ma lei parla con accento dell’Est Europa. Tenta di vendermi almeno un’immaginetta, ma di santini ne ho già e ho già speso dodici euro per levarmi di torno l’esattore della squadra dei calzini. Insomma, ritengo di aver già dato. Se ne va via gentile come si è presentata ma un poco malinconica.
Lo scompartimento si riempie. Il sistema di prenotazione automatica di Trenitalia funziona malissimo. Colloca i viaggiatori tutti nel medesimo scompartimento e poi nella medesima carrozza, anziché distribuirli lungo l’intero convoglio, provocando così un “effetto sardina” che è davvero micidiale. Lo spazio per le gambe, per i bagagli e per muoversi è ridotto al minimo. Chissà se l’ingegner Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato e profondo conoscitore dei problemi dell’azienda, si è mai posto questo problema.
Ad ogni modo, prima che il treno, parta c’è ancora tempo per un terzo venditore di calzini. Sono le 13.35. A breve il “Carignano” partirà. In tre quarti d’ora sono passati cinque venditori abusivi: uno ogni 9 minuti, praticamente un record! L’Intercity plus 526 è sempre carico di passeggeri, ha prezzi modici e servizi scadenti: porte automatiche e finestrini che non si chiudono, bagni sporchi o allagati, interni spesso maleodoranti, la macchina del caffè spesso rotta. Ha però un optional inatteso: vendita abusiva di articoli al dettaglio porta a porta. O sarebbe meglio dire carrozza a carrozza. Possibile che la Polfer non intervenga mai? Possibile che la Polfer non veda o non sappia e che Trenitalia lasci correre? Possibile che nella stazione della Capitale accadano cose simili? Possibile eccome.

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