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Roma Cambia?

Alemanno è Sindaco Roma Cambia sei mesi dopo. La sensazionale vittoria del centro-destra nella Capitale è giunta al primo pagellino di metà anno. Con i voti nelle materie approssimati per eccesso come è d’uopo per il primo semestre di una nuova Amministrazione Comunale.

L’alieno che torna a Roma dopo un anno probabilmente al di là di qualche striscia blu ridipinta di bianco non nota grosse differenze. Il traffico è quello di una volta, fors’anche peggiore, il trasporto pubblico è rigorosamente al collasso, le buche ci sono ancora tutte, la sporcizia e le foglie degli alberi sono sempre lì dove le ha lasciate Veltroni e la miriade di grandi e piccoli problemi quotidiani della cittadinanza capitolina non hanno ancora trovato soluzioni. Ma la bacchetta magica non era in dotazione alla consegna della fascia tricolore e vista la voragine di 9,6 miliardi di debiti lasciati dal nobile decaduto Segretario del PD non hanno certo aiutato. Considerato poi che chi era pranzo s’è portato via anche le forchette, non si può biasimare il povero Gianni. Inoltre prendendo in mano un marchingegno amministrativo da 30.000 dipendenti abituato ed lubrificato da 15 anni con lo stesso olio (non di ricino) non si può imputare ad Alemanno di non aver risolto i problemi di Roma nei primi sei mesi del mandato. Ma, purtroppo, le insufficienze i pagella ci sono.

Vedere il nostro sindaco girare come una trottola tra incontri, convegni, tagli di nastri e cerimonie fa male al popolo del centro-destra. La conferma della festa del Cinema è un autogol il mantenimento di Zetema è il raddoppio per la squadra avversaria. La conservazione delle 82 e più Aziende Municipalizzate con i loro preziosissimi Consigli di Amministrazione è deludente (Milano ne conta in tutto 8). Il MINCULPOPVELTR (Ministero della Cultura Popolare Veltroniana) è ancora in piedi ed è guidato e condotto da vari ex o presunti ex camerati. Lo sgombero di alcune baracche di qualche disgraziato, che non ha di certo scelto di abitare nei boschi delle ville di Roma non è confrontabile con la promessa elettorale di cacciare a pedate tutti i clandestini della Capitale. È stato revocato l’appalto alla Romeo per la gestione della manutenzione delle strade (bene!) ma gli altri contratti sono tutti in piedi, compreso il contestatissimo Capitolato delle mense scolastiche al quale sono solo stati sfilati i menù etnici. E il decentramento che fine ha fatto? Dove sono le risorse per i municipi?

I Romani daranno tempo e fiducia al Sindaco, ma sono le scelte di indirizzo politico che ne determineranno il successo. Roma vuole cambiare e con essa i romani ma per ottenere questo ci vuole più coraggio e determinazione. 

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