La consulta boccia il Lodo Alfano e c’è chi già pregusta il fatidico “inizio della fine” per tutti i berlusconismi.
Ma, stando alle prime reazioni del mondo politico al giudizio della Corte, cosa sta davvero accadendo nella maggioranza e nell’opposizione?
Procediamo con ordine e partiamo dal Pdl, che ancora una volta fa quadrato intorno a Silvio Berlusconi.
Per molti esponenti della maggioranza, infatti, si tratta di “una sentenza politica”. Sostegno incondizionato al Cavaliere anche da parte della Lega. L’intenzione è continuare a governare, anche se bisognerà fare i conti con la riapertura di alcuni processi a carico del premier.
Si distingue, leggermente, solo Gianfranco Fini, che ribadisce la necessità e il dovere di continuare a governare ma allo stesso tempo invita il presidente del consiglio a rispettare le istituzioni. Divergenze evidenti sulla forma ma non cambia affatto la sostanza: l’esecutivo deve andare avanti.
E all’opposizione?
Di Pietro dichiara: “Noi chiediamo le dimissioni del presidente del Consiglio per motivi tecnici e politici”.
Poi un richiamo esplicito agli alleati: “All’opposizione c’è chi la fa e chi dice di farla. Noi stiamo organizzando un’altra manifestazione di piazza per chiedere di andare nuovamente alle urne”.
Il Pd ha infatti un’altra visione: “Mi pare che la decisione metta un punto fermo – afferma Bersani – e dica che senza una legge costituzionale Berlusconi e le alte cariche sono cittadini come tutti gli altri e sono tenuti a sottoporsi a giudizio. Berlusconi continui a fare il suo mestiere sapendo che deve andare a sentenza”.
La terza opposizione, invece, è rappresentata da Casini: “Non e’ il giudizio universale. La Corte Costituzionale ha espresso una opinione su una legge e ci si deve attenere a questa. Naturalmente il governo, che ha preso i voti degli elettori, deve continuare a fare il suo lavoro”.
Tre valutazioni abbastanza differenti e incompatibili, soprattutto le ultime due con quella del leader dell’Italia dei Valori.
Ma siamo proprio sicuri che il declino riguardi Berlusconi?
Ma, stando alle prime reazioni del mondo politico al giudizio della Corte, cosa sta davvero accadendo nella maggioranza e nell’opposizione?
Procediamo con ordine e partiamo dal Pdl, che ancora una volta fa quadrato intorno a Silvio Berlusconi.
Per molti esponenti della maggioranza, infatti, si tratta di “una sentenza politica”. Sostegno incondizionato al Cavaliere anche da parte della Lega. L’intenzione è continuare a governare, anche se bisognerà fare i conti con la riapertura di alcuni processi a carico del premier.
Si distingue, leggermente, solo Gianfranco Fini, che ribadisce la necessità e il dovere di continuare a governare ma allo stesso tempo invita il presidente del consiglio a rispettare le istituzioni. Divergenze evidenti sulla forma ma non cambia affatto la sostanza: l’esecutivo deve andare avanti.
E all’opposizione?
Di Pietro dichiara: “Noi chiediamo le dimissioni del presidente del Consiglio per motivi tecnici e politici”.
Poi un richiamo esplicito agli alleati: “All’opposizione c’è chi la fa e chi dice di farla. Noi stiamo organizzando un’altra manifestazione di piazza per chiedere di andare nuovamente alle urne”.
Il Pd ha infatti un’altra visione: “Mi pare che la decisione metta un punto fermo – afferma Bersani – e dica che senza una legge costituzionale Berlusconi e le alte cariche sono cittadini come tutti gli altri e sono tenuti a sottoporsi a giudizio. Berlusconi continui a fare il suo mestiere sapendo che deve andare a sentenza”.
La terza opposizione, invece, è rappresentata da Casini: “Non e’ il giudizio universale. La Corte Costituzionale ha espresso una opinione su una legge e ci si deve attenere a questa. Naturalmente il governo, che ha preso i voti degli elettori, deve continuare a fare il suo lavoro”.
Tre valutazioni abbastanza differenti e incompatibili, soprattutto le ultime due con quella del leader dell’Italia dei Valori.
Ma siamo proprio sicuri che il declino riguardi Berlusconi?