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Alfano, Valducci e Quagliariello sulla riforma della Giustizia

 Il ministro della giustizia sarà ricordato per il lodo bocciato o per qualche importante riforma?
“Non ambisco ad essere memorabile perché ad essere ricordato saranno il governo e il presidente del Consiglio. Il rammarico sul lodo non deriva dalla vanità personale ma da un cosa che ritenevamo, e riteniamo, giusta in via di principio. Ora io voglio solo contribuire con le riforme sulla giustizia: il processo civile e le leggi antimafia sono due gol fatti già nel primo anno di governo e vedrete che entro la prossima estate altre riforme importanti saranno nel nostro carniere. E poi di anni per fare ne resteranno ancora tre”.
A Parlare è Angelino Alfano, che risponde così alla domanda del giornalista Dino Martirano, per un intervista rilasciata su Il Corriere della Sera.
Il Guardasigilli  afferma che sono in cantiere le intercettazioni, la riforma della procedura penale e un gran numero di norme nell’ambito del pacchetto sicurezza e anche le procedure straordinarie per la costruzione delle carceri. Ma, ricordando ancora una volta la riforma del processo civile e le leggi antimafia varate,  precisa “Non si può dire che questo governo abbia indugiato in materia di giustizia”.
Inoltre: “C’è il tempo per fare la riforma costituzionale in materia di giustizia e, all’interno di questa, concorderemo con la coalizione l’impostazione da seguire. Di certo ho una difficoltà a immaginare la separazione degli ordini (giudici e pm; ndr) senza essere conseguenti in materia di Csm. Ma, ripeto, si tratta di tematiche da approfondire”.
Sul tema caldo della Giustizia interviene anche il Presidente della Commissione Trasporti della Camera e responsabile Enti locali Mario Valducci: “La riforma del codice penale – si legge in un’intervista rilasciata a la Discussione –  e la separazione delle carriere sono dei cavalli di battaglia per noi che veniamo da Forza Italia”.
“Ormai è suonato il campanello dell’ultimo giro -spiega Valducci – ed è giunto il momento di accelerare. Mi ricordo alcuni vertici Berlusconi – Bossi dai quali emerse che federalismo e giustizia dovevano viaggiare a braccetto. Così non è andata fino a oggi, così dovrà andare”.
Gaetano Quagliariello,  vice capogruppo del Pdl al Senato, sull’Avvenire dichiara: “Mi sembra presto, ma la mia parte politica si è più volte riproposta di riformare la giustizia nel nostro Paese. È un programma ambizioso, che non comprende ovviamente soltanto il problema del rapporto tra politica e giustizia, ed è per questo che noi abbiamo iniziato dalla riforma del processo civile, più vicino alle esigenze dei cittadini. Quel programma è stato rallentato per senso di responsabilità affinché l’opera riformatrice della maggioranza non si venisse a intrecciare con il dibattito sul Lodo Alfano. Ora bisogna tornare a quella riforma e trovare soluzioni alternative al Lodo che possano tornare a soddisfare quella esigenza, per cui il governo possa governare e la giustizia possa fare il suo corso, nel rispetto del verdetto della sovranità popolare, senza che nessuno abbia la tentazione di utilizzare l’arma della giustizia penale per un fine politico”.

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