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Nel giorno di Edoardo il Confessore

La ricorrenza del giorno dedicato alla memoria di Sant’Edoardo, detto il Confessore, consente di scrivere ancora dei successi di Benedetto XVI in Inghilterra e di questa figura di sovrano eccezionale. Ricordiamo ai nostri lettori che il Papa nell’abbazia di Westminster aveva dedicato un passo del suo intervento al grande sovrano cristiano d’Inghilterra: «Vengo qui oggi come pellegrino da Roma per pregare davanti alla tomba di Sant’ Edoardo il Confessore ed unirmi a voi nell’implorare il dono dell’unità tra i cristiani. Che questi momenti di preghiera e fraternità ci confermino nell’amore per Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore, e nella comune testimonianza del perenne potere che ha il Vangelo di illuminare il futuro di questa grande Nazione».
Edoardo III il Confessore, re d’Inghilterra, è il santo più celebre a portare tale nome, insieme con il suo avo, Sant’Edoardo II il Martire. Il futuro Edoardo III nacque nei pressi di Oxford tra il 1004 ed il 1005 da Etelredo II lo Sconsigliato e dalla sua seconda moglie, la principessa normanna Emma. A causa dello stato di agitazione che regnava nel paese, all’età di soli dieci anni fu mandato in esilio in Normandia, ove rimase sino al 1041.
La santità di Edoardo non è data esclusivamente da alcune azioni eroiche ma dal suo comportamento da sovrano. Le numerose “Vite” scritto in seguito sul suo conto misero in evidenza la santità di questo grande sovrano, i miracoli ottenuti per sua intercessione, la castità custodita integra per tutta la vita, la carità verso i poveri, verso la Chiesa ed in particolare verso i monaci.
Abolì la tassa dell’heregeld, destinata al mantenimento dell’esercito, per devolvere il ricavato ai poveri. La decisione di rifondare l’abbazia di Westminster, monumento che perpetuò indefinitamente il suo ricordo, nacque da un voto che Edoardo aveva fatto quando in gioventù era esule in Normandia: se Dio avesse reintegrato nei suoi diritti la sua famiglia, si sarebbe recato a Roma in pellegrinaggio. Asceso al trono, si trovò impossibilitato a lasciare l’Inghilterra e chiese perciò al papa di essere dispensato dal voto. Il pontefice acconsentì, commutando l’obbligo nella fondazione di un monastero dedicato all’apostolo Pietro. Edoardo scelse allora un convento già esistente presso Thorney, ad ovest di Londra, al quale fece ingenti donazioni di terreni e in denaro, dando inizio all’edificazione di una magnifica chiesa romanica, che fu l’embrione dell’odierna abbazia di Westminster.
Le sue condizioni di salute, purtroppo, si aggravarono prima di poter partecipare all’inaugurazione del coro della basilica. Morì dopo pochi giorni, il 5 gennaio 1066, e venne sepolto proprio nell’abbazia.
Il “buon Re Edoardo”, come veniva chiamato, è ricordato per le sue azioni politiche, che garantirono all’Inghilterra un lungo periodo di pace, ma anche per aver sempre aiutato e rispettato i più umili dei suoi sudditi, abolendo tasse ingiuste e ridistribuendo il danaro raccolto. Edoardo morì il 5 gennaio 1066 (gli inglesi lo ricordano in questa data), indicando come erede il normanno Harold II. Sepolto a Westminster, Edoardo diventò figura-simbolo di un forte movimento nazionalista che invocherà la sua canonizzazione, celebrata nel 1161 da Papa Alessandro III.

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