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Murdoch accende TeleFini

Più che sale in una minestra sciapa sembra sabbia negli occhi di berlusconiani e leghisti. Così, tanto per non smentire il suo ruolo di (s)marcatore di sfondamento, Fini riceve al piano nobile di Montecitorio l’avversario numero uno del Cavaliere, Murdoch. Non proprio lo «squalo» Rupert ma il suo «delfino», il figlio James, plenipotenziario del colosso Sky in Italia e in Europa.
S’è presentato alla Camera dei deputati alle 12 in punto, Murdoch, per un colloquio fitto fitto con il presidente, quest’ultimo assistito dal responsabile cultura delle truppe finiane, Luca Barbareschi. Un colloquio di una mezz’oretta cui ha detto la sua anche l’amministratore delegato di Sky Italia, Tom Mockridge. Roba di business o visita di cortesia? Mezzo e mezzo visto che gli uomini di Sky hanno sciorinato il loro progetto di un nuovo canale da spiattellare sul satellite dal prossimo novembre. Si chiamerà «Babel Tv»: un prodotto nuovo nel palinsesto murdochiano, tutto «civico, educativo, informativo, sociale». Che detta così suona istituzionale, ma che in realtà tratterà di immigrati in Italia. Una torre di Babele dove tutte le lingue del mondo s’incontrano grazie a un telecomando. Il tutto con la benedizione di Fini a una progressissima Tv Community che miscelerà «l’education all’entertainement, per promuovere e incoraggiare l’integrazione presentando anche storie di stranieri che si sono integrati e hanno trovato un loro spazio nel nostro Paese». E non mancheranno le news visto che «Babel» proporrà notizie e aggiornamenti dal paese d’origine e informazioni rilevanti per vivere e integrarsi in Italia.
In pratica un calcio negli stinchi all’Alberto da Giussano che vedrà in tv miriadi di storie di filippini, romeni, indiani, slavi, maghrebini, albanesi, ucraini e cinesi, cui sarà offerto anche qualche servizio utile. La babele di etnie che entra in Italia avrà una vera e propria bussola su come orientarsi nel mondo del lavoro con rubriche sull’occupazione. Non ultima una particolare attenzione alle procedure e ai permessi di lavoro. Il Carroccio esulterà senza dubbio. Pare che Fini, comunque, si sia subito sintonizzato sul neo canale multiculturale, assicurando di essere vicino alle esigenze di Sky.
Un dispetto? Di certo non si tratta di un balsamo sui rapporti già tesissimi con pidiellini ortodossi e leghisti. D’altronde non da oggi il presidente della Camera ha abbandonato la veste del difensore della Bossi-Fini per indossare quella del paladino dell’immigrato, sia esso regolare o clandestino. Il suo sale nella minestra sciapa del centrodestra passa attraverso il riconoscimento dello ius soli, cioè all’estensione dei diritti di cittadinanza per chi nasce in Italia, e al riconoscimento del diritto di voto amministrativo per lo straniero.
Tutte questioni legittime ma che lo vedono in minoranza nel suo partito e che, soprattutto, fanno venire l’orticaria all’alleato di ferro Bossi. E che rappresentano un dietrofront rispetto alle convinzioni che Fini aveva nel 2007 quando, in occasione dell’omicidio di Giovanna Reggiani da parte di un giovane romeno nella Capitale, chiese al governo Prodi un giro di vite nei confronti degli immigrati. In quella occasione fu durissimo: «La situazione a Roma rischia di sfuggire al controllo delle istituzioni, non servono nel modo più assoluto né vertici di emergenza né nobili affermazioni di principio – disse -. Sindaco e prefetto facciano quello che la legge impone. Demolizione delle baraccopoli abusive, identificazione ed espulsione dei clandestini e dei cittadini comunitari privi di fonte certa di sostentamento, come espressamente previsto dalle normative europee». Ora invece va in onda un altro Fini, sintonizzato perfettamente sul nuovo canale di Sky perché «favorirà l’integrazione» tra italiani e non. Di certo non favorirà un «volemose bene» con leghisti e berlusconiani.
Il rapporto tra Murdoch e il presidente della Camera non è nuovo: il canale della tv di Montecitorio, infatti, trasmette proprio sulla piattaforma di Sky, e il piccolo «squalo» e l’ex leader di Alleanza nazionale si erano già incontrati in passato, proprio per mettere a punto le dirette dei lavori del Parlamento. Avevano avuto a che fare a fine novembre del 2008, in un reciproco salamelecco che oggi suona come un ennesimo dispetto politico.
E chissà se Fini e il «delfino» dello «squalo» hanno pure discusso della spinosa questione dell’adeguamento all’Iva al 20 per cento alle tv satellitari. Un nodo relativo alla fine delle agevolazione fiscali, introdotte nel 1995 e riconfermate nel 1997, che tanto aveva dato fastidio a Murdoch & company. Non è dato sapere se il magnate delle telecomunicazioni abbia, in quella sede, lamentato la fine di un suo privilegio fiscale oppure no. Di certo si potrebbe supporre che, vista l’aria che tira tra i due cofondatori del Popolo della libertà, Fini non si sia certo sperticato nella difesa dei disegni governativi (da il Giornale).

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