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Le tasse al centro delle trattative di governo in Germania

Ieri a Berlino si è celebrato il primo di una serie di incontri settimanali tra la CDU di Angela Merkel ed il Partito Liberale (FDP) di Guido Westerwelle. All’ordine del giorno quello che sarà il riassetto governativo delle prossime settimane, con la Merkel che verrà investita di un secondo mandato da cancelliere ed i socialdemocratici che dovranno invece abbandonare le proprie posizioni di potere a vantaggio dell’FDP.
I punti chiavi del programma sul quale la coalizione di centro destra ha vinto le elezioni riguardano la politica fiscale, la lotta contro il deficit, le riforme del mercato del lavoro, la sicurezza dei cittadini e l’energia nucleare.
Il tema più spinoso si preannuncia essere il primo, con il partito della CDU che in campagna elettorale ha promesso un abbassamento delle imposte entro il 2011, a patto però che la congiuntura economica lo permetta. Da par suo invece il leader del partito liberale ha fatto dell’abbassamento delle tasse il centro di tutte le sue campagne elettorali sin dal 2001.
Per dare un polso della situazione, basti pensare che voci di corridoio indicano Roland Koch della CDU come futuro Ministro per le Aziende, il quale ha già caldeggiato l’idea di una riforma fiscale che tagli di 15 miliardi di euro le imposte durante la legislatura. La FDP vorrebbe invece che si parlasse di 35 miliardi, pena la perdita di numerosi consensi.
Il problema analogo che si trovano ad affrontare i Cristiano-Democratici riguarda invece l’impoverimento del potere d’acquisto del ceto operaio, che potrebbe costarle la maggioranza alla prossime elezioni di maggio in Renania, la regione più popolata del Paese. La necessità è dunque di un giusto compromesso tra le due esigenze.
Altro capitolo spinoso di questi giorni è senza dubbio la titolarità del Ministero degli Esteri. Rivendicato da Westerwelle, sono numerosi gli osservatori che dubitano sull’opportunità di un uomo apertamente omosessuale a capo della diplomazia tedesca. Come se non bastasse, la sua manifesta ritrosia nel parlare inglese in pubblico ha alimentato ulteriori dubbi.
C’è da sottolineare infine come la coalizione CDU-FDP debba evitare di dar man forte a quelle che sono le dichiarazioni su cui si sta consolidando l’opposizione. SPD e Verdi parlano già di “Coalizione retrò”, con numerosissimi ministri che saranno una riproposizione di quelli degli ultimi governi democristiano-liberali di Helmut Kohl, negli anni novanta.

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