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La realtà nella realtà. Il fascino eterno del Grande Fratello

Stasera il gran finale del programma più discusso della televisione italiana. Cristina, Ferdi, Gianluca e Marcello si giocano, a colpi di televoto, il ricco montepremi messo in palio dalla Endemol. Il Grande Fratello, giunto al nono anno di vita – non si offendano i tanti censori e perbenisti del piccolo schermo – ha fatto la storia della tv nostrana e segnato profondamente i primi anni di questo terzo millennio. La casa di Cinecittà è divenuta il palcoscenico centrale dello spettacolo italiano, dove un gruppo di giovani più o meno sconosciuti interpretano se stessi, giocano all’amore, sono vittime e artefici di complotti, esaltano la loro immagine, ma anche le loro debolezze. Sempre in bilico tra ipocrisia e nuda e cruda verità. Più che una proiezione, è una metafora della vita, artificiosa ma a tratti sin troppo fedele alla realtà. Per questo appassiona ancora, perché oltre all’immedesimazione e al senso di appartenenza con il simpaticone o lo sfigato di turno, c’è il fascino eterno di un gioco che assomiglia inevitabilmente a quello della vita. Il Gf, anche per questo, resta un evento nonostante i suoi anni e le tante edizioni, concorrenti e vincitori. Perché è routine ma al contempo improvvisazione, consuetudine sovrapposta alla continua novità. Un caposaldo catodico che ha piegato persino un pilastro di Mediaset come Mentana (sappiamo tutti come è andata a finire nella battaglia a colpi di diritto d’informazione in quell’ormai famoso lunedì che ha visto la morte della povera Eluana). E’ in pratica una quotidianità nella quotidianità, una sorta di realtà parallela che raramente soccombe a quella principale e a volte addirittura coincide con essa. Come nel caso del terremoto: anche gli inquilini della casa, avvertita la terribile scossa delle 3 e 32, si sono precipitati in giardino. Le loro ansie e paure erano le stesse, in quel momento, di milioni di italiani. Non manca la componente vojeuristica, non mancano certo il narcisismo e l’esibizionismo, ma non bastano da soli a spiegare e giustificare il fenomeno Grande Fratello. Oggi va di moda essere contro il carrozzone Gf. Ma come accade spesso pure  in politica – che non è tanto diversa dal mondo dei reality – il disgusto salottiero di una certa corrente radical chic viene poi smentito inesorabilmente dal risultato. Voto o televoto che sia…

 

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