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Italia – Olanda, più di una partita

Sabato sera, a Pescara, scenderanno in campo la nazionale italiana e quella olandese.
In palio nulla o poco più. E’ semplicemente un’amichevole. In prospettiva mondiali 2010. Ma non mancherà la suggestione, la rivalità e, si spera, le emozioni e lo spettacolo.
Perché in fondo Italia – Olanda è più di una partita. E’, insieme ad altri pochi classici, la storia del calcio mondiale.
Due colori, due tradizioni, due modi di concepire il pallone si scontrano dando vita, guardando al passato, a match difficili da dimenticare.
Il calcio totale degli orange e quello “quadrato” degli azzurri. Bellezza contro concretezza, verrebbe da scrivere. In parte è vero. Ma non basta a raccontare una delle sfide più belle di sempre.
Le etichette reggono fino a un certo punto. E poi, pensandoci bene, tra le due la distanza non è così abissale. Anzi: a entrambe piace studiare. La tattica da noi e da loro non è mai un optional. L’Olanda non è la Spagna o il Brasile. Non si affida solo alla fantasia e alla qualità, che tra l’altro non le sono mai mancate, ma anche alla ragione, al modo di occupare il rettangolo verde. Si può pure azzardare una parentela: sono quasi nostri cugini. Nessuno si scandalizzi per questo. Non è tra l’altro un caso se i giocatori arancioni in Serie A si trovino quasi sempre a casa.
Poi la Storia, certo, ci mette su binari diversi: noi più combattivi, più tosti e scaltri. Capaci di travolgere sontuose Germanie e di beffare uno stellare Brasile, grazie a un mingherlino di nome Rossi. Loro troppo belli ed estrosi per godere fino alla fine. Invincibili solo nella mente di appassionati e tifosi, poi quasi sempre vittime di strani scherzetti degli dei del pallone. Con trionfi mancati a un solo soffio dal traguardo.
Tra i precedenti: memorabile la semifinale dell’Europeo, anno duemila. In campo solo una squadra, la favoritissima Olanda capace di sbagliare due rigori e di non approfittare della lunga superiorità numerica. Complice l’alieno Toldo e la solita tenacia italica.
Ma la vittoria azzurra non fu solo benedetta dal sudore e dalla fortuna. A sancirla un irrazionale e strepitoso cucchiaio di Francesco Totti. Puro genio e talento.
Dai, sotto sotto, non siamo poi così diversi…

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