Archivio di Eventualmente

In difesa di Povia

Gli omosessuali sono stati seviziati, sono stati rinchiusi nei campi di concentramento, di loro si parla spesso in modo rozzo.

Ma c’era bisogno di tirare in ballo Oscar Wilde? Oppure era necessario organizzare manifestazioni dell’Arcigay contro Povia?

Luca era gay è una canzone bellissima, è la storia di un ragazzo e non di tutti, non parla né di malattia né di guarigione, il nome è inventato, parla di una persona che trova la serenità e dal punto di vista musicale è un rap melodico.

Questa è la descrizione dell’autore che ha portato la canzone a Sanremo, non senza poche polemiche.

Ciò che ha scatenato le ire dell’Arcigay e associazioni varie è stato il verbo all’imperfetto, ire che sono sfociate in proteste organizzate e anche minacce violente.

Il cantautore, per non sollevare ulteriori polemiche, aveva deciso di pubblicare il testo solo il giorno prima dell’inizio del festival, ma prima, durante e dopo la sua esibizione si è sollevato un gran polverone.

A cominciare da Benigni, che ha fatto un gran monologo sugli omosessuali, parlando di Dio, di storia, di amore, passando anche per la vita di Oscar Wilde e leggendo la lettera scritta dal poeta in carcere per il suo compagno.

Anche Grillini, presidente dell’Arcigay ci ha messo del suo: durante l’esibizione del cantante scuoteva la testa con un cenno di disappunto e, finita la canzone ha preso la parola per leggere un sms inviatogli da un suo amico. Gay.

Per non parlare degli articoli comparsi sul sito ufficiale dell’associazione, tutti contro il cantautore colpevole di aver raccontato uno spaccato di vita.

Su Povia e su Luca era gay è stata montata una polemica surreale e grottesca che penalizza anzitutto e soprattutto gli omosessuali, come hanno dimostrato i fischi di disapprovazione giunti dal pubblico dell’Ariston al tristemente noto Grillini.

Sanremo è prima di tutto il Festival della canzone italiana. Lasciamo che resti tale.

 

Riguardo l'autore

vocealta