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Dal predellino.it: E ora è il turno del reggente

Walter ha lasciato e il reggente del Pd ora è… Dario Franceschini! Già, proprio lui. Dopo quel volto nuovo che è Veltroni, ecco che a guidare la transizione del Pd c’è un altro vecchio arnese della politica. Già, perché anche se Franceschini ha da poco compiuto 50 anni, il vice di Veltroni alla segreteria del Pd, politicamente, è sulla piazza da 30 anni!
Dopo l’elezione a delegato provinciale del movimento giovanile della Democrazia Cristiana, il giovane Franceschini viene eletto consigliere comunale della sua città, Ferrara, nel lontano 1980.
Nella gloriosa Democrazia Cristiana emiliano romagnola, per la verità, di strada ne farà pochina: resterà sempre una quarta fila. Basti pensare al pessimo risultato che porterà a casa da candidato alla Camera, nel 1992, nelle liste dello Scudocrociato: nella circoscrizione Bologna-Ferrara-Ravenna-Forlì raccoglierà appena 7.340 preferenze. Una miseria, se confrontata con i voti rastrellati nella medesima circoscrizione dal forlaniano Pierferdinando Casini (50.323) e dall’andreottiano Nino Cristofori (36.869), oppure con quelli conseguiti nell’altra circoscrizione emiliana da Pierluigi Castagnetti (25.795) e Carlo Giovanardi (15.082).
Logico, dunque, che l’attaccamento di Franceschini alla Dc sia relativo. E’ infatti il primo ad andarsene: dopo aver perorato l’alleanza con i Progressisti (cioè con i comunisti tout court) al congresso fondativo del PPI di Martinazzoli (’93) finisce subito nei Cristiano sociali. Il PDS ferrarese lo premia con la nomina ad assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Ferrara.
Quando a Sinistra arrivano anche Bianco, Marini e Rosy Bindi, il caro Dario rientra nel PPI. Dal 1997 al 1999 sarà vice di Marini alla segreteria del partito: insomma, un vice di lungo corso!
Quindi, nei governi D’Alema e Amato, Franceschini ricoprirà l’incarico di sottosegretario alle Riforme istituzionali. Fondatore della Margherita e del Partito democratico, in perfetto stile cattocomunista dossettiano alla brazadela (è la ciambella ferrarese), dal 2006 al 2008 guiderà il gruppo dell’Ulivo alla Camera. È in questa veste che si segnala al grande pubblico – in occasione di una puntata di Ballarò – per non aver saputo rispondere ad una domanda di Giulio Tremonti sull’ammontare del debito pubblico e del Pil italiano.
Più recentemente a proposito del caso Englaro, il cattocomunista ferrarese si è apertamente schierato con le sentenze che hanno determinato la morte di Eluana Englaro. Alla faccia del cattolico impegnato in politica!

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