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IL VOLTO OSCURO DELL’IMMIGRAZIONE

In queste ultime settimane il tema dell’immigrazione è tornato alla ribalta. Di recente sono, infatti, le esternazioni irricevibili ed insensate dell’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani sul tema dei respingimenti e sulle presunte discriminazioni che subirebbero in ben 17 paesi d’Europa la popolazione Rom e Sinti, le preoccupazioni ipocrite espresse dalla Commissione UE per la protezione dei rifugiati in Libia, (ipocrite, perché la Libia è il paese che nel 2003 è stato eletto alla Presidenza della Commissione ONU per i Diritti Umani), l’aggressione subita dall’On. Daniela Santanchè la quale, aveva come unico torto quello di protestare contro l’utilizzo da parte delle donne musulmane del burqa, copricapo il cui utilizzo è in palese violazione con quanto affermato dalla legge 152 del 1975 dello Stato italiano che vieta di coprire il capo nei luoghi pubblici e che, fino a prova contraria, risulta essere ancora in vigore. Ma, di recente, è soprattutto l’omicidio di Saana, la giovane marocchina uccisa in provincia di Pordenone dal padre criminale fanatico-religioso che non poteva tollerare lo stile di vita occidentale della propria figlia.
Il libro “Immigrazione e Sicurezza” di Marzio Barbagli, docente universitario di Sociologia, ricostruisce meticolosamente e oggettivamente l’andamento dei delitti commessi dagli immigrati in Italia nel periodo compreso tra il 1988 ed il 2007. Un libro “verità”, edito da Il Mulino nel 2008, di cui si è volutamente parlato troppo poco.
Ecco alcuni dati. Nell’anno 2007 gli immigrati rappresentano complessivamente poco più del 7% della popolazione residente in Italia, tuttavia il 37% dei detenuti in carcere è costituito da stranieri. Nell’anno 2004 il 47% dei furti è stato commesso da immigrati, così come il 37% delle rapine, il 27% degli stupri, e il 15% degli omicidi. Larga parte, poi, di questi crimini è causata da immigrati irregolari. Il 75% degli omicidi, il 62% degli stupri, l’85% dei furti sono causati da immigrati clandestini. Ciò nonostante, il dato più sconcertante ed impressionante è quello riguardante il tasso di criminalità dei cosiddetti “immigrati regolari”. Per ogni 100 denunciati in Italia 68 sono immigrati e di questi 20 sono regolari, e poiché gli immigrati rappresentano solo il 7% circa della popolazione residente nel Paese si presenta come evidente la notevole propensione al crimine anche degli immigrati regolari. In particolare, gli immigrati regolari hanno una delittuosità piuttosto elevata nel commettere stupri; infatti, il 16% dei denunciati per tale reato è composto da stranieri in possesso di tutti i requisiti di legge per vivere nel nostro Paese.
Questi dati ci portano automaticamente ad alcune riflessioni. La prima, è quella che la lotta all’immigrazione clandestina deve essere portata avanti senza se e senza ma, rivedendo se necessario lo stesso diritto all’asilo; paesi come la Somalia vivono, sin dagli inizi degli anni 80, in un persistente stato di guerra civile e se dovessimo seguire alle lettera le regole imposte dal diritto internazionale dovremmo concedere accoglienza e asilo politico ad oltre 10 milioni di somali. La seconda, è che anche l’accordo di Schengen, il quale prevede la libera circolazione dei cittadini dell’UE, andrebbe ampiamente rivisto dato che, oggi il problema non è più la libera circolazione dei cittadini comunitari, bensì la sicurezza di questi. Infine, l’ultima riflessione va fatta sull’acquisto della cittadinanza italiana da parte di soggetti stranieri, i cosiddetti “nuovi italiani”. Per essere considerati italiani, a mio parere, il rispetto della legge è condizione necessaria, ma non sufficiente. Sarebbe debito, infatti, richiedere, ad uno straniero che vuole divenire cittadino italiano, anche la conoscenza ed il rispetto di tutte quelle tradizioni ed usi propri del Nostro Paese; tradizioni ed usi che rappresentano in qualche modo la volontà del Nostro Popolo di tramandare ai propri figli gli insegnamenti dei Padri. Per tale motivo, l’eventuale abbandono del principio dello  iure sanguinis a favore dello iure soli che consentirebbe un diritto automatico alla cittadinanza italiana anche a stranieri arrivati sul Nostro suolo un istante prima della nascita, rappresenterebbe una soluzione politica contraria a quanto ho appena sopra espresso, piuttosto potrebbe causare un danno irrimediabile al già debole vincolo morale che unisce la Nostra Comunità.

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