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Il ritorno di Mentana

«Non parlo». Click. Per scaramanzia? Prudenza? Correttezza? Forse per tutte e tre le cose insieme. Dopo quasi un anno e mezzo di lista d’attesa, la circospezione è d’obbligo.
Riprendendo un flash di Dagospia, il sito di Roberto D’Agostino, nel tardo pomeriggio di ieri le agenzie di stampa hanno battuto la notizia di Enrico Mentana «nuovo direttore del Tg di La7» al posto di Antonello Piroso. Telefoni occupati, telefoni staccati, segreterie invalicabili. Ma Mentana conosce fin troppo bene trucchi e ambasce del mestiere. E richiama, gentile: «Come puoi immaginare mi hanno cercato tutti. Ma io non parlo». Punto. Negli ambienti Telecom, il silenzio è ancora più impenetrabile. C’è l’ordine di non commentare. E infatti anche nelle ore successive non escono altre indiscrezioni sul ritorno in pista dell’ex fondatore del Tg5. La notizia, comunque, c’è tutta. E la trattativa, anche. Magari delicata e complessa, come sempre in questi casi. Dicendo «non parlo» lo stesso Mentana non la smentisce. Anche perché gli scappa un «al momento non ho firmato né per il tg né per La7».
Non ancora, evidentemente. Ma sottotraccia, gli ultimi giorni sono stati importanti. Ieri Mentana ha incontrato Giovanni Stella e, pur senza arrivare alla definizione del contratto, il colloquio tra l’amministratore delegato di Telecom Italia Media e il probabile futuro direttore del Tg7 si è concluso con una più che promettente stretta di mano. Piroso potrà rimanere come conduttore del Tg e di talk show. Si saprà nei prossimi giorni.
A volere Mentana alla direzione del telegiornale sono proprio gli ambienti di Telecom Italia. Senza ripescare i vecchi contatti con la gestione di Roberto Colaninno e risalenti al 2001 (quando in predicato di traslocare su La7-Tmc c’era anche Fabio Fazio oltre a Gad Lerner), il rapporto con i massimi vertici dell’azienda si erano nuovamente intensificati circa un anno fa. L’amministratore delegato di Telecom Italia Franco Bernabè non aveva mai nascosto la sua stima per l’ex direttore editoriale di Mediaset. Ma forse l’operazione era ancora prematura. Ora, invece, qualcosa è cambiato.
Nel febbraio del 2009 Mentana aveva dato le dimissioni dal Biscione dopo che, la sera della morte di Eluana Englaro, l’azienda di Cologno aveva negato degli interventi di Matrix nella puntata del Grande Fratello programmata su Canale 5. Dimissioni accettate dal direttore dell’informazione Mediaset Mauro Crippa. A fine maggio il tribunale di Roma aveva ordinato il reintegro di Mentana ma, a differenza di quanto accaduto per Santoro e Ruffini che in Rai hanno riconquistato il posto perduto, pochi giorni dopo il giornalista e i massimi dirigenti Mediaset avevano sancito la separazione consensuale al termine di 18 anni di collaborazione. Così era iniziato il giornal-mercato di Mentana. Va a Sky. No, va al Tg3. No, alla Gazzetta dello Sport. Torna a Mediaset. Lui stesso aveva auspicato la riconciliazione: «Non si sa mai. Siamo obiettivi» aveva premesso intervistato da Signorini: «Passato un anno dalla mia assenza, Mediaset e il panorama televisivo non ci hanno guadagnato e nemmeno io. Dunque, perché no?». Dopo quell’avance si erano inseguite le voci di un’imminente riabilitazione. Ma così non è stato e, durante la sospensione dei talk show politici per la campagna delle regionali, l’anchorman aveva avviato una collaborazione con Il Corriere della Sera dando vita a Mentana-condicio sul sito del quotidiano, intervistando politici e segretari di partito. Poi altre ospitate prestigiose, ad Annozero e Ballarò. Ma in fondo era un po’ un paradosso che, in un momento in cui continuano a nascere nuovi canali tv e quelli tradizionali cercano di consolidarsi, un giornalista del suo calibro non trovasse casa.
Così, qualcosa è cambiato. Nei giorni scorsi Mentana ha moderato i dibattiti alla convention dei giovani imprenditori di Santa Margherita dove il suo amico Luca Cordero di Montezemolo ha detto che è finito il tempo di «fare da spettatori» ed e iniziato quello in cui bisogna «salire sul ring». Chissà se Mentana ha avuto lì l’ispirazione.
 

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