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Dagli Usa la sveglia per il teatro piagnone

In un’Italia, dove ci si lamenta sempre di quanto l’industria cinematografica sia tremendamente indietro rispetto al cinema americano, mai un simile confronto si estende al teatro. E invece ce ne sarebbe bisogno, eccome: lungo la Penisola, un esercito di attori alle prime armi cerca di farsi strada tra pochi ‘teatrini’ superstiti e spettacoli retribuiti miseramente, mentre a Broadway si celebrano i successi teatrali per la sessantaquattresima edizione dei Tony Awards.
La cerimonia, trasmessa in diretta dalla Cbs, ha visto un’emozionatissima Scarlett Johannson trionfare come miglior attrice teatrale debuttante in ‘Uno Sguardo dal Ponte’, famoso copione di Arthur Miller. “Sono senza parole – ha dichiarato la bella musa di Woody Allen – essere benvenuta in questa comunità è un vero sogno per me”.
Il dramma ‘Fences’ ha portato a casa una bella doppietta: a Denzel Washington è andato il premio come miglior attore, mentre a Viola Davis, sua compagna di scena, quello come miglior attrice.
Il momento più emozionante ha però visto protagonista la quarantenne Catherine Zeta-Jones che, dopo una fortunatissima carriera cinematografica, vede ora celebrate anche le sue doti teatrali, vincendo il premio come miglior attrice di musical, protagonista per ‘A Little Night Music’ di Stephen Sondheim.
“Mi sento davvero come Cenerentola”, ha detto, ringraziando i suoi genitori e suo marito, Michael Douglas.
Il mondo dello spettacolo di casa nostra si interroga su briglie burocratiche e tagli da manovra economica, quando la domanda è un’altra: invece di accanirsi contro fondi sperperati o di insistere nello sperperarli, perché non iniziare a dare spazio al teatro?
Il mondo della cultura, anziché impegnarsi in consumate performance da piagnoni, si alzi in piedi per proporre idee meritevoli di finanziamento e, perché no, di incassi al botteghino.

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