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Il contrappasso rosso che di nome fa Tonino

Il giustizialismo non basta a descrivere il personaggio. Tonino Di Pietro è molto di più. Oppure, dipende dai punti di vista, parecchio di meno.
E’ abile, furbo. Sa che se alza la voce, s’incazza, va contro tutto e tutti, qualcuno di sicuro lo seguirà. Il suo è un populismo immediato, senza troppi fronzoli o pretese: l’importante è portare a casa il risultato. Pochi ed elementari concetti, tanti media, apparente spontaneità e vicinanza all’uomo comune.
Ma in fondo è solo un guastatore. Toglie più agli alleati che agli avversari. Abbassa il livello e alza il tono, sguazza in uno stato di perenne caos per poter trarre vantaggio dall’inefficienza altrui e dalla crisi del sistema.
La sinistra salotteria e di lotta, di protesta e di governo, si era invaghita di lui. In tempi non sospetti: quando sembrava ancora possibile realizzare uno stabile progetto politico progressista, in grado di restare al comando in Italia, e quando il fascino di Tangentopoli, in alcuni ambienti, era ancora molto forte. Il nemico numero uno del Cavaliere avrebbe, in prima linea, contributo notevolmente a contrastare e ad abbattere la destra e il suo leader.
Di Pietro, lo dicono i fatti, si è rivelato una vera spina nel fianco. Ma per la sinistra. L’ex magistrato ha saputo approfittare dei corto circuiti interni al Pd e invece di aggiungere ha tolto. Quello di Veltroni, in occasione delle politiche del 2008, è stato un errore pagato sin troppo caro. Perché con Tonino è impossibile fare progetti. Lui è l’esaltazione di quell’antipolitica che cresce solo sulle macerie.
Franceschini, Bersani, Marino. Chi guiderà nei prossimi mesi il Partito Democratico dovrà innanzitutto fare i conti con l’alleato più scomodo. C’è chi vuole spostarsi verso il centro e chi riallacciare i rapporti con le ali estreme. Tutto è possibile, importante è riconquistare una dignitosa autonomia dal “che ci azzecca” nazionale. Questa è la prima, fondamentale sfida del prossimo futuro: avere la determinazione e il coraggio di rinnegare scelte e personaggi che hanno contribuito al declino della sinistra italiana.

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