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Benedetto XVI, la modernità di un pontefice

Come ha evidenziato il grande filosofo italiano Giovanni Reale dalle colonne del Corriere della Sera qualche settimana fa, “da qualche tempo vengono sollevate critiche contro Benedetto XVI, in quanto si sarebbe arroccato su posizioni retrograde. Sarebbe rimasto il teologo profondo, ma astratto, ben diverso da Giovanni Paolo II. Ma chi dà questi giudizi non ha capito la grandezza dell’uomo”.
Intanto dovrebbe stupire di Ratzinger, come fu prima proprio di Wojtyla, la capacità di trasformarsi da teologo a pastore, ben comprendendo che suo compito di pontefice non era quello di diffondere le proprie idee, ma quello del Vangelo.
Del resto, chi ha letto ‘Gesù di Nazaret’ non può non aver notato come il contenuto corrisponda alla scelta anticipata già in copertina: Joseph Ratzinger scritto in piccolo e Benedetto XVI in grande, ovvero come se parlasse l’agguerrito teologo ma su di lui si stagliasse l’uomo di fede il cui messaggio è mirabilmente espresso nella conclusione del libro, proprio con le parole di Pietro: “Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente”. Mi ha molto colpito ripensare a queste parole dopo aver ascoltato, nel giorno della Santa Pasqua, il Vescovo della Spezia, monsignor Moraglia, richiamare  la comunità cristiana a credere con convinzione  e fermezza assoluta nella Verità del Cristo risorto.
Ebbene, questo Papa tanto criticato è lo stesso uomo che ha collaborato con Giovanni Paolo II alla stesura di Fides et Ratio, l’enciclica innovativa promulgata nel 1998; è lo stesso uomo che un anno prima, nel 1997, denunciava la fine della filosofia e della teologia neoscolastica. È il cardinale Ratzinger che si assume la responsabilità di affermare che il Tomismo, per quanto grande, non potesse più essere la filosofia ufficiale della Chiesa cattolica. Vi pare poco?
Vi pare poco che il novo Papa abbia dedicato la sua prima enciclica al tema dell’amore? Ha scritto Benedetto XVI: ‹‹All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva››.
Come ha osservato Reale, la tesi di fondo dell’enciclica è di grande verità: l’amore cristiano (l’agape) non esclude l’eros ma lo include, lo rafforza e lo consacra.
Quando vediamo strumentalizzato il Pontefice per ciò che afferma portando avanti doverosamente il messaggio pastorale che gli è affidato, dobbiamo ricordarci chi è realmente il Santo Padre.

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