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Da il Predellino: “Referendum: Legge per Legge, meglio un rinvio”

Per votare il 21 giugno, secondo le indicazioni dell’accordo di maggioranza raggiunto ieri, occorrerà una legge. Infatti le disposizioni generali sui referendum abrogativi fissano in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno il termine di indizione del voto.
E poiché prevedono anche che in caso di elezioni politiche generali il referendum sia rinviato di 365 giorni, questo referendum sulla legge elettorale, che si sarebbe dovuto tenere lo scorso anno, non poteva essere convocato prima del 7 giugno. Erano, quindi, solo due le date possibili, entrambe con una forte contro indicazione.
Il 7 giugno per la coincidenza con le elezioni europee, coincidenza che avrebbe alterato il risultato offrendo un ingiusto vantaggio ai promotori, e il 14 giugno che determinava una sequenza di tre domeniche elettorali tra europee, referendum e secondo turno amministrativo. Oltre a una spesa aggiuntiva valutabile in 56 milioni di euro.
Per accorpare referendum al secondo turno delle amministrative e votare il 21 giugno, occorrerà una legge. A questo punto non sarebbe meglio, anche per favorire un più approfondito dibattito sul referendum, rinviarlo al prossimo anno, magari il 17 aprile o il 9 maggio?
In questo modo il referendum sarebbe lontano da altri turni elettorali, la discussione sarebbe più approfondita e magari si sarebbe fatto qualche passo avanti sulla strada delle riforme istituzionali. Non c’è poi tanta fretta di cambiare la legge elettorale, visto che si andrà a votare per il nuovo parlamento solo nel 2013.
Chi ha chiesto che si voti per il referendum il 7 di giugno rifletta se non è il caso di schierarsi per un rinvio di un anno. Se hanno a cuore la riforma, questa è l’opportunità migliore. Anzi l’unica. Altrimenti sarà evidente tutta la strumentalità di una posizione di pura propaganda demagogica.

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