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Vive la Republiché

“Anche in Italia si avverte l’esigenza di un miglior equilibrio istituzionale tra il potere esecutivo e quello legislativo”. Così Gianfranco Fini ha paragonato il sistema italiano a quello francese, sottolineando il ruolo del Parlamento e l’equilibrio tra i poteri istituzionali, durante il convegno organizzato dalla Fondazione FareFuturo.
“Dobbiamo – ha detto Fini – riequilibrare il ruolo del Parlamento rispetto al governo, garantendo un equilibrio armonico tra la rappresentanza del Parlamento e la leadership”.
Il discorso del leader della Camera, coincidente con la prima apparizione in pubblico dopo le regionali, mostra un Fini stanco, ma diplomatico; pacato, ma incisivo. Nessun cenno all’ultima tornata elettorale, ma è certo, dalla location scelta, che nulla è cambiato in merito alla sua linea politica interna al Pdl.
La vera novità che si cela dietro le grandi riforme, è quella di un ritorno al sistema delle preferenze. Quell’ ‘equilibrio armonico’ che tanto gli sta a cuore e che scandisce per ben tre volte durante il suo soliloquio, altro non è che il desiderio mal celato di una riforma elettorale che guardi all’ante-porcellum, per ripristinare una rappresentanza politica apparentemente dimezzata. Fini parla a chi deve ascoltare e sottolinea con insistenza che non c’è leadership senza Parlamento. Non ha bisogno del dibattito politico acceso a suon di microfoni e preferisce usare un tono diplomatico per informare gli addetti ai lavori che la politica non esiterà ad usare il dialogo delle riforme attraverso i calendari d’Aula di Montecitorio.
Dal suo discorso Fini informa che la Lega tornerà battibile solo quando la politica tornerà a schierare uomini abituati a stare tra la gente, ad ascoltare la gente e a risolvere i problemi che nascono sul territorio, prima ancora di diventare disagi sociali.
Ipotesi inconfutabili quelle spiegate dal Presidente della Camera, che senza un dibattito bipartisan rischiano di passare dalla ‘speranza nella rappresentanza ritrovata’ al terrore di vecchi modelli elettorali in formato Prima Repubblica.
E’ bene tornare tra la gente e bussare alle loro porte; riscoprire il brivido della politica, senza dimenticare però il grande valore aggiunto che molti professionisti in queste legislature hanno apportato occupando gli scranni della politica.
Non sempre il politichese è sinonimo di competenza. Chi propone un fifty-fifty?

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