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Una Soap Opera salva il Ruanda dal genocidio

Ruanda. Genocidio. La guerra dei 100 giorni. Un milione di morti nella lunga lotta tra Hutsi e Hutu. Questo è tutto ciò che conosciamo di un Paese dell’Africa Orientale, una terra nata tra i fuochi del Congo, la povertà del Burundi, la desolazione della Tanzania e i villaggi dell’Uganda.
Eppure ecco una Nuova Alba. E’ la traduzione della radionovela Musekeweya. Mentre in Italia intellettuali e radical chic accusano di trash nonnine e adolescenti intenti a seguire l’ultima puntata di Centovetrine (telenovela Italiana in onda su Canale 5), in questo Paese dell’Africa c’è una soap opera che sta facendo la storia del post-genocidio. Dal 2003 Radio Benevolencija, una stazione in loco firmata Olanda, manda via radio la storia romanzata di un villaggio Hutu e l’altro Tutsi, dove le dimostrazioni di forza e di violenza vengono fermate da gesti positivi e di pace.
Immaginate, dopo avere svestito quel senso di buonismo Occidentale che purtroppo ci appartiene, che dietro a una radionovela come Nuova Alba c’è la nascita di una nuova cultura (poco importa se di massa) che guarda allo spettacolo come a un momento di aggregazione e di condivisione. Ogni settimana, alle ore 20.00, il 90% della popolazione del Ruanda si riunisce in scuole, negozi e uffici provvisti di radio per ascoltare le avventure dei loro divi. Una volta al mese la gente fa a gara per assistere alle dirette semisegrete che si svolgono in un’area protetta della Capitale. Dietro Nuova Alba c’è un’equipe di 20 scrittori, psicologi, interpreti e consulenti che attraverso la semplicità di una storia racconta realtà dolorose con la speranza di un finale migliore. In nessun Paese Occidentale si penserebbe mai a una soap opera come a un programma culturale educativo, ma in Ruanda è diverso e lo snobismo intellettuale è un termine sconosciuto a chi non sa né leggere e né scrivere.
Sembra proprio essere tornati nell’Italia degli anni 30, ai tempi di Nizzi e Morbelli, anche se con personaggi meno nobili e dai nomi impronunciabili. Questo è il nuovo Ruanda.

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