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Un campionato senza testa

In una sola parola: competitivo.
La settima giornata del campionato italiano di calcio mette in evidenza un grande equilibrio. Non c’è una squadra che domina sulle altre e che sembra davvero avere quella marcia in più. Manca quindi  la super favorita.
Non può essere la Juventus di Ferrara, che dopo lo splendido inizio vive una preoccupante fase calante. I bianconeri non vincono da tre turni e accusano ritardi fisici non indifferenti. Amauri poi è solo il sosia del campione visto la passata stagione. Diego corre tanto ma inventa meno. Del Piero, sempre lui, fa pesare la sua lunga assenza.
Non può essere nemmeno l’Inter, vittoriosa nell’anticipo a San Siro con l’Udinese ma per nulla convincente. Le assenze di Lucio e Milito e la scarsa condizione di elementi come Balotelli ed Eto’o, fanno presagire tempi duri.
Il Milan è ancora più indietro: si salva nel finale sul campo di un’Atalanta in inferiorità numerica grazie a un gol del ritrovato Dinho. Ma il pareggio non nasconde le grosse difficoltà dei rossoneri: vecchia guardia sottotono (Gattuso, Ambrosini, Pirlo), Pato in piena crisi, Huntelaar non pervenuto e Borriello abbonato all’infermeria.
Mentre le tre Big rallentano, salgono nuove realtà: la Sampdoria (che pareggia in casa  ma salva il primato), la Fiorentina, il Chievo, il Genoa e il Parma. Occhio poi al ritorno di una sempre più solida Roma, lanciata dal lavoro di Ranieri e dalla vena realizzativa del sempreverde Totti.
C’è una grande e piacevole incertezza, ogni domenica riserva a tifosi e appassionati interessanti sorprese.
Ma prima o poi, dicono gli esperti, i valori veri emergeranno e i team più blasonati si riprenderanno la classifica.
Chi vivrà vedrà. Intanto ci godiamo un campionato che sfugge alla solita logica e diverte per la sua imprevedibilità.

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