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Turismo arabo: quest’estate prima il profano e poi il sacro

E’ un estate particolare per i turisti arabi di fede musulmana. Quest’anno, la fine del periodo estivo coincide con l’inizio del Ramadan; e allora, meglio darsi al relax totale, allo shopping sfrenato, e a tutto quello che non è islamic correct prima dell’inizio del mese sacro che quest’anno comincia la prima settimana di settembre.

Le statistiche parlano chiaro: dall’inizio di quest’anno fino all’inizio dell’estate, il numero di turisti arabi in giro per il mondo è cresciuto del 18% rispetto allo stesso periodo del 2007. Le newsletter dei consolati americani e australiani nei paesi medio orientali, informano come gli uffici competenti abbiano registrato un incremento del 30% di richieste di visti per turismo. Tra le mete preferite, oltre Usa e Australia, quest’anno è la Tailandia ad essere uno dei paesi al mondo più gettonati dai turisti arabi. Rispetto al 2007 infatti, si è registrato un aumento del 11% di visitatori provenienti dai paesi mediorientali e del 30% di quelli giunti dagli Emirati che hanno scelto la Tailandia come destinazione. I sauditi sono quelli che viaggiano più di tutti. Il 74% dei sudditi del regno fa una vacanza all’anno; di questi, il 18% viaggia solo.

In comitiva o single, ovunque vadano, i turisti arabi sono quelli che spendono più di tutti. Secondo le stime del World Tour Organization, l’anno scorso i turisti provenienti dai paesi del Golfo hanno speso circa 12 bilioni di dollari in viaggi di piacere. Il record degli spendaccioni appartiene ai turisti degli Emirati che sborsano in media 1700 dollari a testa in shopping e ristornati ogni volta che viaggiano, 500 dollari in più di un turista europeo. Però, anche se molti turisti arabi vantano maggiori disponibilità economiche, molti di loro non svezzano il classico imprinting culturale tipico della cultura araba. Infatti, come ci ha riferito Lubna, una commessa italo araba di un noto outlet di Milano, i turisti arabi sono quelli che anche durante il periodo dei saldi tendono a negoziare al ribasso ignorando con nonchalance la targhetta dei prezzi già scontati. Anche quando fanno shopping all’estero,sostiene Lubna, gli arabi si sentono perennemente in suk.

Nonostante gli arabi viaggino e spendano più degli altri, i paesi europei non risultano essere le loro mete preferite. Colpa del sistema turistico europeo che non fa abbastanza per motivare i ricchi borghesi provenienti dal sud del Mediterraneo e dalle città tecnologiche e finanziarie del Golfo. Eppure, una semplice strategia di marketing potrebbe massimizzare i risultati con sforzi neppure notevoli. Basterebbe, per esempio, avere un chef giordano tra i ranghi nelle cucine come avviene al Courtyard Surfers Paradise Resort in Australia, che come altri alberghi nel paese dei canguri, offre buffet a base di diete per musulmani e garantisce canali satellitari medio orientali in ogni suite, oppure realizzare strutture apposite con sale da preghiera per i fedeli musulmani come è accaduto in alcuni parchi e zone turistiche nel Gold Cost del Queensland sempre in Australia. Parlando di spazi, secondo il quotidiano di Abu Dhabi The National, per accomodare le esigenze di spazio delle estese ( tra più di una moglie a carico, figli, e baby sitter si arriva anche a 8 unità ) famiglie arabe in particolare quelle del Golfo, la catena Marriott Hotel & Resort intende raddoppiare la grandezza delle suite e delle camere in 15 nuovi alberghi che saranno costruiti in Cina, in Tailandia e in India.

La piccola dimensione delle camere negli alberghi d’Italia è uno dei fattori che determina la relativa bassa presenza di turisti arabi nel bel paese. L’Italia, dopotutto, parte già svantaggiata: per i musulmani non è una meta di turismo religioso (tra l’altro certi siti islamici come muslim.net consigliano, per chi desidera viaggiare fuori dal medio oriente, di visitare paesi musulmani come la Turchia, la Malesia e l’Indonesia) e neppure una destinazione per il turismo matrimoniale. Infatti, è proprio d’estate che molti uomini arabi vanno all’estero, soprattutto in Marocco ed Egitto, per evadere le rigide regole sociali dei loro paesi e per trovare compagne disposte a stipulare i popolari matrimoni “Urfi” ovvero unioni matrimoniali legali a tempo determinato per poi tornare in patria divorziati. Insomma, uno parte single per le vacanze, e poi torna a casa dopo una settimana più libero che mai. Ma quest’anno, con il Ramadan alle porte, dopo un estate all’insegna del profano, dello shopping e del sesso,ci sarà un mese sacro intero per redimersi.

 
 
 
Articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore 

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