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Suvvia, le caserme sono un’altra cosa

18 novembre 2007. Esattamente due anni fa.
Silvio Berlusconi disse: “Vi ricorderete sempre di essere stati qui, oggi, in piazza San Babila”.
Dal predellino della sua auto, dianzi a una folla urlante, l’ex premier annunciò  lo scioglimento di Forza Italia e la nascita del grande partito della libertà. E al resto dell’opposizione lanciò un messaggio chiarissimo: “Non devo, non voglio convincere nessuno. Se aderiscono bene, altrimenti andremo avanti con la forza della gente. Contro i parrucconi della politica”.
Fini e Casini non la presero affatto bene. Convinti, probabilmente, che il governo Prodi, tra i più impopolari della storia della repubblica, avesse vita lunga.
Ma alla fine ebbe ragione Silvio. Ancora una volta. E il leader di An, in vista delle elezioni anticipate di aprile 2008, aderì al progetto che prese il nome di Popolo della Libertà.
A due anni esatti dalla “svolta del predellino” e dall’incredibile e geniale invenzione del Cavaliere,  capace come sempre di interpretare meglio e prima di altri l’umore della società, il Pdl sembra già a un bivio.
Con Fini e i finiani impegnati a rafforzare, con distinguo di ogni genere,  l’opposizione interna al leader indiscusso del partito.
Senza dimenticare quello che è accaduto nei mesi precedenti: il governo e il nuovo Pdl hanno dimostrato di essere più forti delle catastrofi naturali, della recessione globale, delle lobbies (vedi le resistenze di università e sindacati), delle feroci campagne stampa locali e internazionali. Incrementando il consenso e aiutando il Paese, come rivelano gli ultimi dati, a uscire dal tunnel della crisi.
Per evitare di sprecare una tale ricchezza,  basta forse riconoscere senza mezzi termini la leadership di Silvio Berlusconi. E allontanare così tutti i fantasmi, che si aggirano negli ultimi mesi e in modo abbastanza inquietante nei palazzi romani.
Basterà annullare ogni ipotesi di complotto, affrontando compatti il delicato tema della giustizia e facendo, come si conviene, quadrato intorno il premier.
Chiarezza, lealtà e determinazione faranno ripartire l’ambizioso progetto politico. Nel rispetto delle opinioni divergenti, ma anche della maggioranza del partito. E soprattutto del volere e delle esigenze dei cittadini.
Il Pdl, due anni fa, nacque in piazza, su una macchina.  Tra l’entusiasmo e la spinta della gente.
Suvvia, le caserme sono un’altra cosa…

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