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Mai dire Amauri

Allo sfogo di Pazzini (Amauri in azzurro? La questione mi dà un po’ fastidio), fino adesso avevano replicato solo il presidente e il commissario tecnico. La Federcalcio, tramite Abete, con diplomazia aveva lasciato le porte ben aperte. Il vulcanico allenatore, invece, aveva semplicemente messo le mani avanti: “Non voglio parlare di queste cavolate”. Ma dell’imminente amichevole con la Svezia a Cesena.
Mancava, tuttavia,  l’opinione più importante. Quella del diretto interessato, che aveva sempre dribblato l’argomento.
“Io voglio la maglia azzurra da un anno. La mia decisione l’ho presa un anno fa”, ha finalmente tuonato. Una novità di non poco conto. Dato che si è tanto chiacchierato sulle preferenze dell’ariete juventino. Vuole l’azzurro o la maglia verdeoro?
La provocazione del collega doriano ha fatto quindi vuotare il sacco al forte centravanti brasiliano: “La mia decisione era già presa da un anno, a prescindere da quando avrei ottenuto il passaporto. Rispetto l’opinione di tutti  ma pretendo lo stesso rispetto per le mie scelte”.
Amauri ha ammesso di sognare il Sudafrica, sperando di partecipare al torneo con la maglia dei quattro volte campioni del mondo: “Ma dipende molto da me. Solo se continuerò a fare bene potrò rispondere a un’eventuale chiamata del ct Lippi, col quale non ho ancora parlato. Se mi chiamerà cercherò di ripagare la sua fiducia”.
E intanto è riuscito a trovare anche uno sponsor importante in nazionale, dopo le tante opposizioni. Il compagno di squadra Nicola Legrottaglie: “Se Amauri arriva, sono felice. E’ un bravissimo ragazzo e può dare una grande mano a questo gruppo”.
L’Italia, in campo e fuori, si divide. Il tormentone non si può più fermare.
Pazzini ha innescato la miccia e il caso, probabilmente, monopolizzerà i mesi che dividono all’appuntamento mondiale…

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