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Solo con il mercato si può sconfiggere la crisi

I grandi luminari del pianeta si scervellano per trovare soluzioni e uscire da una crisi finanziaria ed economica che sembra, purtroppo, solo agli inizi. In un periodo dominato dall’insicurezza e dalla precarietà, la paura è lo stato d’animo che prevale su tutti gli altri. Questo influenza anche l’atteggiamento di governi e istituzioni, che rischiano così di cadere nella trappola del protezionismo e dell’assistenzialismo. Si assiste, in questi giorni, a un ridimensionamento concettuale dei valori del mercato e del capitalismo e, al contempo, ad una rivalutazione dell’invasione dello stato nell’economia. Niente di più sbagliato e pericoloso. Perché se è vero e giusto che oggi i governi debbano garantire la sicurezza economica di tutti cittadini, la totale negazione del mercato e dei suoi principi può soltanto favorire la recessione e bloccare sul nascere le poche energie che sono rimaste. La crisi va affrontata con la giusta dose di coraggio e aggressività, disciplinando in maniera più equa il mercato, ma allo stesso tempo liberalizzandolo per creare maggiori opportunità e dare una nuova scossa all’intero sistema. L’anarchia finanziaria ha creato disastri, è innegabile, ma l’economia reale italiana, quella fatta di piccole e medie imprese, ora ha solo bisogno di meno burocrazia, di una pressione fiscale ridotta, di meno vincoli e di maggiore trasparenza nel sistema di assegnazione dei finanziamenti statali. Stesso discorso vale per la dimensione pubblica: anche qui trasparenza e meritocrazia devono essere i capisaldi, soprattutto in paesi come il nostro, dove clientelismi e baronie l’hanno resa improduttiva e inefficiente. In poche parole: la migliore difesa è l’attacco. Non si può usare la crisi per rimettere totalmente in discussione teorie liberali che hanno comunque fatto la fortuna dell’occidente. Oggi soffriamo a causa delle follie delle gerarchie economiche e non per un modello di capitalismo che ci ha consentito negli ultimi cinquant’anni di realizzare i nostri sogni.

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