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Polvere di Pdl

“Liberista, mai. Sono per un socialismo buono e una migliore distribuzione della ricchezza”.
No, a parlare non è un esponente del Pd qualsiasi. Anzi, sotto sotto anche da quelle parti hanno abbandonato il mito della “equa distribuzione della ricchezza”. E guardano con minor disgusto al libero mercato. E’ acqua passata. Roba vecchia. Sono vent’anni che il muro è caduto giù. Meglio arrangiarsi e aggiornarsi, avranno pensato anche loro.
Beh, loro sì. Renata Polverini a quanto pare no. Perché sono proprio sue queste sopracitate dichiarazioni. Estrapolate da una vecchia intervista di Giancarlo Perna del Giornale. Adesso, ironia della sorte, lei rappresenta il Popolo della Libertà alle regionali per il Lazio. Ed è diventata subito, c’era da immaginarselo, il caso politico e mediatico del momento.
Il partito, nominandola, avrà avuto certo le sue ragioni. Seguendo tra l’altro logiche ben precise. Che a qualcuno, forse tanti, sfuggono. Senza  offesa per nessuno: la sindacalista Ugl sembra però tutto tranne che una pidiellina.
A questo punto la domanda è banale ma pure inevitabile: dove andremo a finire?
Nulla di personale contro l’aspirante governatrice. Ci mancherebbe. Il problema è invece  assai complesso. Va bene conquistare i voti della sinistra con personaggi di ampio respiro. Il gioco elettorale lo prevede. Ma in ballo c’è anche una sfida culturale e, in senso stretto, politica. Ci sono valori da difendere e diffondere, scelte da prendere con decisione e lontano dalle ambiguità. Non è sempre necessario includere o confondere le carte. Serve anche imporre, democraticamente e senza indugi, la propria identità.
Ora c’è attesa per capire, al di là delle polemiche, su quali temi e su quali principi si concentrerà la campagna della Polverini. Per scoprire, dato che c’è n’è ancora bisogno, se nell’89 quel muro è caduto per sancire la vittoria di un’idea e di una visione o per azzerare, inesorabilmente, le diversità.

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