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Online le spese dei parlamentari inglesi, ma censurate

Gli inglesi, è evidente, non arriveranno mai al livello degli italiani, fieri di aver pubblicato online l’elenco alfabetico dei contribuenti con annesse le dichiarazioni dei redditi, complice un tutore della democrazia, l’illustrissimo Visco. Gli abitanti al di là della Manica hanno placato la loro sete di controllo sugli sventurati membri dei Commons, a seguito della pubblicazione nel sito istituzionale del Parlamento britannico dei pdf contenenti gli originali delle richieste di rimborsi sulle indennità a loro concesse.
Tutto è partito dallo scandalo sollevato dal Daily Telegraph, che denunciava innumerevoli abusi compiuti dagli onorevoli i quali, avvalendosi delle cosiddette Additional Costs Allowances, gonfiavano le spese sopportate per le trasferte fuori casa allo scopo di ristrutturarsi il mobilio, rifarsi le cucine, il giardino e quant’altro. Un fiume in piena che ha travolto soprattutto numerosi componenti del Labour. Alcuni hanno restituito il maltolto chiedendo pubbliche scuse, altri si sono solo dimessi, presumibilmente per dedicarsi alla scelta delle migliori tende da abbinare al loro salotto nuovo.
Da oggi, quindi, sarà permesso ai britannici giustizialisti e moralisti di piluccare fra i documenti ufficiali di spesa, ordinati per singolo parlamentare. Ma attenzione, a darvi anche un’occhiata frettolosa, ecco che appaiono degli ingombranti quadrati neri, segno manifesto della necessità di tutelare la privacy e la sicurezza (o almeno così si sono giustificati). Ma come spiegare il fatto che agli stessi parlamentari è stata data una settimana di tempo per controllare i documenti da consegnare, ciò sommato al lavoro di una commissione di sicurezza incaricata di effettuare le famose censure? Gli specchietti scuri che ricoprono indirizzi e forniture altro non sono che degli scudi contro la trasparenza, posto che risulta impossibile controllare se a tali indirizzi corrispondono effettivamente le seconde case dei rimborsati. Indubbiamente, le esigenze di trasparenza e tutela della privacy sono configgenti.
Insomma, che dire! Se da Downing Street tuonano invettive contro l’intero sistema delle indennità, dall’esterno si chiede a più voci l’istituzione di una Authority indipendente, non dominata dai giochi politici, e si sveste il fallimento della leadership di Brown, che non è stato in grado di far approvare una riforma dei meccanismi delle spese, osteggiato dai backbenchers. Rimedi? Da italiani, potremmo sicuramente dare un ottimo contributo: dipietristi in avanscoperta, spediti a Londra con posta prioritaria.

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