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Notti magiche a Instanbul

La Moschea Blu, la Basilica di Santa Sofia, il Palazzo del Topkapi e la cisterna romana: basterebbe solo citare il nome di questi quattro monumenti per far ricordare, a qualsiasi persona abbia avuto la fortuna di visitare Istanbul, la propria faccia innanzi a tali meraviglie. E che permettono di definire la capitale turca, senza mezzi termini, come una delle più belle città del mediterraneo se non del mondo.
Un crocevia di popoli, dalla cultura millenaria e dal passato luminoso, con un’unica pecca forse: una popolazione non particolarmente aperta nei confronti dello straniero o, meglio, particolarmente scorbutica e sempre dedita al cercare di imbrogliare il malcapitato turista. Probabilmente più che nei Paesi arabi del Nord Africa e certamente molto di più di quelli abitati da islamici nell’Asia centrale.
Attenzione dunque! In particolare alla differenza tra lira turca e nuova lira turca, la prima fuori corso dal 2005, ma tuttavia ancora abbastanza diffusa e con disegni simili alla nuova… se non fosse per il valore. L’inflazione cavalcante obbligò il Governo turco a fissare il tasso di cambio a 1 milione di lire turche = 1 nuova lira turca: al viaggiatore capiterà almeno una volta di dover discutere con un qualche gestore di caffè o tassista in merito a questioni di soldi di tale tenore. Il quale, immancabilmente, risponderà con una frase molto simile a un: “Io turco, tu italiano. Turchi e italiani stessa faccia stessa razza”. A quel punto il consiglio è di riderci su, stringere la mano alla persona che si ha di fronte ed andare per la propria strada. Contenti di averlo smascherato.
Non deve però essere questo un motivo per non partire alla scoperta della nuova Costantinopoli, a cui è obbligatorio dedicare almeno tre o quattro giorni. Se non altro per respirare l’odore delle spezie nei vari bazar della città, fumare il narghilè, per dirla in italiano, o sisa (leggasi sciscia), come più comunemente chiamata dai turchi, in qualche caffè ottomano, infine ammirare i minareti delle moschee mentre si è sospesi in mezzo al Corno d’oro sul ponte di Galata all’interno di un qualche affollatissimo autobus od improbabile taxi.
E poi, dopo aver ammirato l’harem del sultano nel Palazzo del Topkapi, sentirsi come un nuovo Solimano in uno dei meravigliosi Hammam della Capitale. Turistici, ma strutturalmente imperdibili.
Ed ancora, rimanere estasiati sulle terrazze di un albergo, rigorosamente nel quartiere di Sultanahmet, mentre si guarda la Moschea Blu illuminata al chiaro di luna e ci si dimentica del resto del mondo.

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