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L’uomo che non riconosce sé stesso

La Spagna di Zapatero è un Paese che ha perso completamente la bussola. È ridotta persino peggio dell’Italia! Un feto di tredici settimane – ha detto il ministro iberico all’Uguaglianza, Bibiana Aido – è un essere vivente ma non è un essere umano. Del resto – ha aggiunto la rappresentante del governo spagnolo – non esiste prova scientifica per dire che il feto è un essere umano.
Vi sembra incredibile? Non lo è. Illustri scienziati spagnoli hanno recentemente firmato un Manifesto nel quale si afferma che “il momento in cui si può considerare un essere ‘umano’ non può essere stabilito con criteri scientifici” e che tale giudizio rientrerebbe “nell’ambito delle credenze individuali, filosofiche o religiose”.
È la scienza spagnola che si piega docile al potere. Basta mostrare ad un bambino un’ecografia in cui appaia un feto con una testolina, un paio di mani e di gambe, un cuore e un cervello, per far riconoscere un proprio simile. Davvero siamo arrivati al punto da non riconoscere più noi stessi? Davvero questo non fa più scandalo?
Questo manifesto di scienziati spagnoli, naturalmente, è funzionale alla riforma che intende allargare il diritto all’aborto in Spagna. Se si insegna alle minorenni che ciò che potranno liberamente cancellare – magari con una kill pill come la Ru486 – non è nemmeno un uomo, si spazzano via resistenze, dubbi, ripensamenti, pentimenti.
Che sia giunta l’ora di un nuovo Rinascimento, italiano ed europeo, capace di riconoscere la Vita come il primo valore da difendere, superiore anche alla Libertà, per poter definire la nostra società legittimamente ed autenticamente civile?

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