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Il capolavoro di Pep: l’Europa ai piedi dei Blaugrana

Le immagini suggestive della festa catalana, quando i giocatori alzano al cielo la coppa più ambita, quella dalle grandi orecchie, fanno per un attimo tornare alla mente la gara degli spagnoli a Londra contro il Chelsea. Al novantesimo minuto, quando i blues sembravano avere in mano la vittoria e la finale, nemmeno il più ottimista dei tifosi del Barcellona avrebbe potuto immaginare un tale epilogo. E invece è proprio questo il bello del calcio, col suo fascino eterno dell’imprevedibilità.
A Roma, in un Olimpico allestito per le grande occasioni e dinanzi agli occhi del mondo intero, le due finaliste della Champions si rendono protagoniste di una grande partita, dove la voglia di vincere ha subito la meglio sui tatticissimi. A partire alla grande è il solito Cristiano Ronaldo, che nei primi dieci minuti del match sfiora il gol in diverse occasioni. Ma alla prima azione di attacco passa il Barcà: Eto’o si mangia la difesa dei Red Devil’s e festeggia sotto la Nord insieme ai suoi compagni. La risposta del Manchester si esaurisce in un calcio piazzato innocuo del grande vecchio Ryan Giggs.
Nella ripresa ti aspetti un’altra gara, ovvero la rabbia degli inglesi che grazie alla loro maggiore intensità di gioco e peso specifico potrebbero impensierire i palleggiatori di Spagna. Ma a sfiorare due volte il gol è il Barcellona, prima del capolavoro finale di un certo Leo Messi (propabile Pallone d’Oro 2009). Il folletto argentino sfida le leggi della fisica e grazie a uno splendido avvitamento di testa spiazza uno spaurito Van Der Sar. Mancano ancora abbondanti venti minuti. Ma la finale è già terminata. C’è spazio solo per assistere alle scorrettezze di un Ronaldo infuriato e ad un fallaccio non punito a dovere di Scholes. 
Il trofeo va per la terza volta in Catalogna e l’ultimo capolavoro lo compie il giovanissimo allenatore Pep Guardiola a fine gara: “Vorrei fare una dedica per questa vittoria al calcio italiano e soprattutto a Maldini, un esempio per tutti. So che ha avuto qualche problema nel giorno dell’addio, ma sappia che ha l’ammirazione di tutta l’Europa, da venticinque anni”.
Tanto di cappello.

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