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La Roma gloriosa del Principe Ranieri

Non solo riuscirà a mangiarsi il panettone nella Capitale (in molti non ci avrebbero scommesso), ma è riuscito nell’impresa impossibile: costruire un’identità alla squadra.
Parliamo ovviamente di Claudio Ranieri, uno degli allenatori più sottovalutati della storia del calcio. Tra i primi ad aver esportato il credo italico in Europa (esperienze che lasciano il segno al Valencia e al Chelsea), a Torino corona il grande sogno: allenare la vecchia signora nell’epoca post Calciopoli. Il tecnico romano, con una rosa inferiore alle dirette rivali, produce un gioco piacevole, esalta le doti di Amauri, recupera la stella di Del Piero, lancia nuovi talenti e supera il primo turno di Champions battendo due volte il Real. L’avventura termina agli ottavi, ma quando il secondo posto in classifica (risultato senza dubbio notevole) è a portata di mano, viene accompagnato alla porta, con uno stile poco Juventus. Complice anche le campagne stampa e una scarsa propensione agli show mediatici. All’ombra delle Alpi, oggi, probabilmente qualcuno lo rimpiange. Ma non può dirlo.  Visto  quello che sarebbe potuto essere e non è stato,  visto il rendimento e le prospettive attuali dei bianconeri e la riscossa – quella sì che brucia – del romano a Roma.
Già, proprio quei giallorossi in preda a una crisi depressiva irreversibile. Che dalla zona retrocessione sono ora balzati nella classifica che conta. Ranieri, con la sua professionalità, ha riportato innanzitutto serenità all’ambiente. E questo è già un miracolo. Poi ha costruito una squadra tonica, quadrata. Meno spettacolare dell’era Spalletti, ma concreta quanto basta per raccogliere vittorie e risalire la china. La società ha creduto in lui, I giocatori lo hanno assecondato e il progetto alla fine è risultato vincente. La Magica è tornata tra le grandi e ha riscoperto i fasti e la gloria di un tempo. Grazie anche e soprattutto al suo tanto bistratto Principe Ranieri.

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