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Berlusconi a telefono: gli avversari sono persone da rispettare

Dopo l’attentato di Milano e il successivo ricovero al San Raffaele, Silvio Berlusconi è sceso di nuovo in campo. Direttamente, in prima persona. Tramite un intervento telefonico, in occasione di una manifestazione organizzata a Verona.
“Credo che a tutti sia chiaro – ha affermato il premier – che se di un presidente del Consiglio si dice che è corruttore di minorenni, un corruttore di testimoni, uno che uccide la libertà di stampa, che è un mafioso o addirittura uno stragista, un tiranno, è chiaro che in qualche mente labile, e purtroppo ce ne sono in giro parecchie, possa sorgere il convincimento che essere tirannicidi e diventarlo vuol dire essere degli eroi nazionali e fare il bene della propria patria e dei propri concittadini e quindi acquisire un merito e una gloria importante”.
“Questa vicenda – ha aggiunto – deve avvisarci del fatto di come sia davvero pericoloso guardare agli altri con sentimenti che non siano di rispetto e di solidarietà. Quindi da quest’ultima esperienza dobbiamo essere ancora più convinti di quanto abbiamo praticato fino ad oggi e cioè che sia giusto il nostro modo di considerare gli avversari come persone che la pensano in modo diverso da noi, ma che hanno il diritto di dire tutto ciò che pensano, che noi dobbiamo difenderli per far si’ che lo possano dire e che non sono nemici o persone da combattere in ogni modo, ma persone da rispettare.
“Lo facciamo noi con gli altri – ha poi concluso il Cavaliere – e ci piacerebbe che lo facessero gli altri nei nostri confronti”.

 

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