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La morte di Michael Jackson

Sto a cena fuori quando ricevo la terribile notizia. Michael Jackson è morto. Il re del pop. Ma dai! Stai scherzando, non ci credo! Cavoli, era così giovane! Quanti anni aveva? 50. Ma come è morto? Ancora non si sa nulla, dicono infarto.
Il giorno dopo la notizia esce su tutti i giornali, la foto del cantante incombe su ogni copertina e sotto un lapidario “Jacko è morto”. E pensare che, quasi paradossalmente, nel 2005 girava un hoax via mail che dava la stessa notizia. I creduloni e i curiosi che cliccavano per avere più notizie sulla sua morte, si beccavano un virus.
Come al solito, inizia il folkloristico profluvio di dichiarazioni, pettegolezzi, smentite e controsmentite e alla fine nessuno ci capisce più nulla. Overdose? Troppi antidolorifici? Suicidio? Mistero. L’autopsia mette in evidenza il nome di un farmaco: il Demerol, antalgico responsabile di aver cagionato la morte della popstar perché, si suppone, assunto in forti dosi e in combinazione con ben sette farmaci diversi. Ma la famiglia del defunto non è soddisfatta e commissiona un’altra autopsia i cui risultati si sapranno fra almeno quattro settimane. Se la prendono col suo medico personale, che probabilmente si beccherà una denuncia per omicidio colposo.
E intanto, era l’ora, si ridà dignità a una persona che in passato i media avevano massacrato. Vi ricordate le sue molteplici vicende processuali sorte dalle accuse di pedofilia? Alcune transatte, altre erano andate avanti a stento mediante numerose testimonianze poi rivelatesi infondate a seguito delle molteplici incongruenze. L’avvocato di Jackson si difendeva principalmente sottolineando che si trattava di persone in cerca di soldi. L’ultimo processo nel 2005, vedeva fra i testimoni anche il famoso Macaulay Culkin che, pur affermando di aver dormito con la popstar, ha sempre negato di essere stato molestato.
Dopo tre mesi di udienze, forse non lo sanno in molti, Michael fu assolto. La madre della sedicente vittima, Gavin Arvizo, fu ritenuta in mala fede a causa del suo atteggiamento “arrogante e intimidatorio”. Ma nel frattempo il cantante era già stato costretto a pagare una maxicauzione di 3 milioni di dollari per ottenere la libertà provvisoria e aveva subito una lesione della propria immagine mai vista prima. La notizia del suo proscioglimento, che ha reso felici migliaia di fan, fu quasi sussurrata dai giornali, mentre le accuse e le varie testimonianze di presunte vittime erano state palleggiate per mesi da una copertina all’altra. Adesso che è morto, Michael si riprende la sua dignità. E noi, in quanto ammiratori, non possiamo che ricordarlo ascoltando le sue canzoni storiche e cantando le sue parole, certi che la sua voce non morirà mai.

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