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Il progetto eversivo di un’elite parassitaria

Colpisce l’obiettivo Renato Brunetta con i suoi “toni esagerati”, tacciati come deliranti dalla controparte che si sente messa a nudo: il suo j’accuse contro un’elite eversiva e destabilizzante ha destato un’opinione pubblica assuefatta  e nauseata da una fantapolitica fatta di gossip.
Così il ministro antifannulloni, intervenuto sabato mattina al convegno del PdL sul tema “La persona prima di tutto”, organizzato a Cortina d’Ampezzo, lancia un monito al Paese : “ci sono elite irresponsabili che stanno organizzando un vero e proprio colpo di Stato”.
Come ribadisce poi nelle successive interviste, il nostro Paese è da sempre spaccato in due. Da una parte c’è l’Italia dei produttori e del buon capitale, fatta di commercianti, professionisti, lavoratori dipendenti, agricoltori, piccole imprese. Si tratta della parte maggioritaria, l’Italia vera, reale, che in quanto tale non è esente da difetti e da vizi piccoli o grandi, ma è il Belpaese del buon lavoro e del buon profitto.
A fare da controaltare è la parte minoritaria, legata alla cattiva rendita finanziaria, bancaria e burocratica, espressione dei poteri forti e delle cattive speculazioni.
«Dopo il golpe dell’inizio anni Novanta e dopo l’avvento di Berlusconi e del berlusconismo al potere è andata di fatto la prima Italia, cioè una classe dirigente in nessun modo legata ai salotti buoni o cattivi. Va al potere per la prima volta senza inutili mediazioni e lo fa con programma molto chiaro: distruggere la seconda Italia, quella dei parassiti».
“Così è accaduto che la seconda Italia, che non aveva mai voluto entrare in conflitto con il potere in quanto parassitaria, per la prima volta si è sentita veramente in pericolo e ha cercato una sponda.” L’ha trovata in quella sinistra sconfitta dalla storia dopo il crollo del muro di Berlino e se ne avvale come un taxi, forte dei suoi influenti strumenti finanziari ed editoriali. Fortunatamente si tratta di una sinistra minoritaria, ormai extraparlamentare.
Nel rivelare certe verità il ministro profonde tutta l’enfasi e la schiettezza che gli sono proprie, alzando volutamente il tono quando pronuncia che “la sinistra per male” – contrapposta a quella per bene – “vada a morire ammazzata”, secondo un’espressione esasperatamente gergale e vicina al popolo.
E giù un fiume di polemiche, da chi come Bersani lo accusa di populismo delirante a chi come Fassino cerca di minimizzare i contenuti, invitando a considerare le sue parole come “una manifestazione di isteria che non merita tanta considerazione”.
Eppure, a sorpresa, a dargli ragione è proprio la sinistra radicale: il segretario dei comunisti Marco Rizzo conferma che esiste una sinistra parassitaria che non vuole cambiare il sistema, che ha finito per essere “l’altra faccia del berlusconismo”.
Dunque Brunetta con i suoi toni sopra le righe ancora una volta ha colpito nel segno, esplicitando il pensiero di molti, come confermano le opinioni unanimi da parte della maggioranza. A confermarlo è un sondaggio condotto da Sky: la maggioranza della popolazione crede che esista davvero un complotto antigovernativo in atto.
I cittadini non credono più nelle chiacchiere sterili e farraginose di una sedicente elite che attraverso giornali o televisione si fa custode illuminata di certi privilegi anacronisticamente consolidati e guarda ai fatti, ai risultati concreti. Forse volàno la crisi, ma si è aperta una nuova era nella politica italiana, quella del fare e realizzare, e la sinistra “per bene” dovrebbe davvero raccogliere l’invito di Brunetta a liberarsi da certi parassiti, a tornare allo scontro politico vero, propositivo, con l’intento di cambiare la società.

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