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Dal cabaret al grande schermo. Un salto tutt’altro che facile. Altri illustri predecessori, comici di successo in tv e nei teatri, non erano riusciti a scalare la classifica del box office come sta facendo lui.
Ma Checco ha saputo promuovere la sua creatura cinematografica (in tv 24 ore su 24) ed è soprattutto riuscito a far ridere il pubblico dall’inizio alla fine. Un’impresa.
Cado dalle nubi non è certo un capolavoro. Ma nessuno degli spettatori paganti era a caccia di opere d’arte. Voleva semplicemente divertirsi. E ci è riuscito. Perché il film è esilarante.
L’italiano di Checco è come al solito insuperabile. Lui sempre più politicamente scorretto. A tratti quasi surreale. In bilico tra la fiaba e la cruda verità. Perché comunque i temi sfiorati sono delicati: dall’omofobia all’eterno conflitto tra nord e sud. Ma la leggerezza del personaggio e delle sue storie riesce a non far scervellare troppo chi guarda. E pure la morale ha un’importanza secondaria. Fondamentale è solo riderci su. Punto. E nessuno potrà sentirsi offeso. Nemmeno il leghista che si ritrova in casa un meridionale incallito e impertinente.
Zalone compie quindi due miracoli: batte il fenomeno New Moon e porta alla ribalta una commedia ingenua e sana. Senza troppe volgarità e doppi fini.
Irriverente ma mai davvero sopra le righe. Buonista senza essere buono. Una miscela esplosiva. L’ideale ricetta per risollevare, in un weekend, l’ingessato cinema di casa nostra.