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Elogio della Legge 40

La Corte Costituzionale ha bocciato alcuni punti chiave della legge 40 sulla procreazione assistita. In particolare la Consulta cancellato il limite alla produzione di un massimo di tre embrioni e l’obbligo di impiantarli contemporaneamente. Numerose sono state le prese di posizione sulla decisione della magistratura. Il ministro Bondi ha denunciato che ‹‹così si intacca la sovranità del Parlamento e si pone un problema per la nostra democrazia››, mentre il sottosegretario Roccella ha dichiarato ‹‹le conseguenze della sentenza sulle pratiche dei centri non sono chiare. Per eliminare ogni dubbio e contraddizione a questo punto sarà necessario intervenire al più presto con nuove linee guida››. E ha ragione il sottosegretario alla Salute: almeno dal punto di vista teorico, infatti, i medici ora non sono più sottoposti all’obbligo di fare al massimo tre embrioni e di impiantarli contemporaneamente. Questo significa che ciascuno specialista potrebbe decidere autonomamente quanti embrioni impiantare. È evidente che lo Stato deve intervenire tempestivamente per evitare uno scenario da Far West. La sentenza è stata commentata anche da Dario Franceschini, che ha detto che ‹‹va rispettata e recepita››, e dal senatore PdL Pisanu che così si è espresso: ‹‹le sentenze della Consulta non si discutono, si eseguono. Occorrerà riaprire una discussione sulla legge››. Dopo le numerose prese di posizione antigovernative del senatore Pisanu, quest’ultima certo non stupisce. In fondo il segretario del Pd e l’ex ministro dell’interno berlusconiano hanno molto in comune: non va dimenticato che Franceschini è da sempre estimatore di quel Benigno Zaccagnini di cui Pisanu fu capo della segreteria politica.
Per tornare al tema della legge 40, non è ancora il caso di commentare una sentenza di cui poco si conosce. Si può però approfondire un poco i successi di questa legge tanto contestata, visto che sono stati pubblicati proprio nei giorni scorsi i dati dell’ultima relazione al Parlamento sul suo stato di attuazione: aumentano di molto i nati (da 4940 a 9137) e le coppie che dal 2005 al 2007 hanno avuto accesso alle tecniche (da 43.024 a 55.437). Negli ultimi due anni ci sono state più gravidanze sia in cifra assoluta che in percentuale, nonostante l’aumento dell’età media delle donne italiane che accedono alla procreazione medicalmente assistita. Il 25% dei trattamenti è infatti praticato su donne con più di 40 anni, quando la probabilità di avere figli crolla. Il nostro Paese, inoltre, ha una percentuale di complicanze da iperstimolazione ovarica molto più bassa degli altri Paesi europei, perché le norme impediscono che, come accade per esempio in Gran Bretagna, si possa stimolare la produzione di ottanta (!) ovociti per volta. Si parla di troppi parti gemellari ma le statistiche ci dicono che essi non dipendono dai limiti imposti dalla legge, bensì dalle cattive pratiche che vengono eseguite in alcuni centri.
La verità è che questa legge non piace a quegli italiani che cercano la diagnosi preimpianto perché ritengono sia un loro diritto selezionare esseri umani allo stato embrionale per ottenere un figlio “sano”.
Costoro parlano e agiscono dimenticando cosa accadeva nell’antica Sparta. Lì i neonati malformati venivano esposti sulla rupe del Taigeto. A decidere era il padre perché il figlio apparteneva a lui.
La legge 40, come si sa, vieta anche la fecondazione eterologa. Ebbene, pochi sanno che dove questa è consentita dilaga il fenomeno della compravendita degli ovociti, che viene pudicamente chiamata ‘donazione’. Peccato che nessuna donna si sottoponga gratuitamente a pesanti trattamenti ormonali e ad un intervento in anestesia generale per regalare i propri ovociti. Il risultato? Sempre più ragazzine, per ricavare denaro, si sottopongono a questo trattamento all’insaputa della famiglia. Il fenomeno non riguarda soltanto le giovani donne povere dell’Est, ma anche studentesse americane o spagnole intenzionate così a pagarsi gli studi.
Una risoluzione recente del Parlamento europeo ha condannato queste pratiche che purtroppo si stanno diffondendo, complice anche la crisi economica.
Insomma la legge italiana è buona ed equilibrata. C’è da augurarsi che il governo sappia preservarla dagli assalti ideologici che provengono dall’interno dello Stato.

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