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credevamo fosse tennis invece è squash

Di Pietro attacca il Presidente della Repubblica. Lo fa nelle ore in cui a Montecitorio viene approvata la relazione sullo stato della Giustizia. Lo fa con inaudita violenza e ripetutamente. Dice Di Pietro: «A Lei che dovrebbe essere arbitro, possiamo dire che a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzo?». L’ex pm precisa che la critica viene fatta «rispettosamente», ma poi aggiunge: «Il silenzio uccide, il silenzio è un comportamento mafioso». Durante la manifestazione appare anche lo striscione «Napolitano dorme, il popolo insorge», arrotolato dopo l’intervento della polizia.
Napolitano risponde con la nota più dura diffusa dalla sua elezione: «La presidenza della Repubblica è totalmente estranea alla vicenda dello striscione nella manifestazione svoltasi oggi in Piazza Farnese a Roma a cui fa riferimento l’onorevole Di Pietro. Del tutto pretestuose sono comunque da considerare le offensive espressioni usate dallo stesso onorevole Di Pietro per contestare presunti “silenzi” del Capo dello Stato, le cui prese di posizione avvengono nella scrupolosa osservanza delle prerogative che la Costituzione gli attribuisce».
Evidentemente il cazziatone di Napolitano all’ex pm non basta. Decide di rincarare la dose. E peggiorare definitivamente e irrimediabilmente la situazione. Inizia così infatti la replica al Capo dello Stato:  «Mi amareggia molto, per l’oggettiva disinformazione che contiene e perché mi mette in bocca ciò che non ho detto, il comunicato del presidente della Repubblica in merito al mio intervento di questa mattina››.
Precedentemente, a far scoppiare il bubbone era stato il capogruppo Pdl Cicchitto. Alle sue parole aveva risposto un’imbarazzatissima Marina Sereni, vice capogruppo pidista.
E’ sempre qui che casca l’asino. Il problema non è Di Pietro. Il problema è Veltroni e il Pd. Statene certi, neppure questa occasione sarà colta al volo per scaricare l’Italia dei Valori. L’intervento incerto della Sereni ne è l’ennesima dimostrazione.
Con un’opposizione così il Pdl governerà senza alternative per dieci anni. Preferiremmo che governasse per quindici, ma con un’alternativa valida, credibile e moderna.
Siamo ad un punto di crisi così avanzata della sinistra che la maggioranza può arrivare a non preoccuparsi dei propri contrasti interni perché essi finiscono irrimediabilmente in second’ordine rispetto alle lacerazioni e alle continue figuracce dell’opposizione, alcune delle quali – è il caso di Veltroni sulle violenze alle donne – sono diventate patetiche. Insomma è come iniziare una partita di tennis e trovarsi a giocare a squash.
Aridatece i Ds. Saranno stati comunisti ma almeno sapevano cos’erano e cosa dovevano dire. Insomma non avevano crisi d’identità. Oppure abbiano il coraggio, dentro al Pd, di far fuori questa sciagurata classe di cinquantenni falliti e di lasciare spazio a qualche brillante ventenne e a molti trentenni cazzuti. Persone capaci in giro ce n’è. Confrontarsi con loro sarebbe più stimolante non solo per il centro destra ma per l’Italia.

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