Archivio Attualità

Craxi, una corsa lunga una vita

‹‹Credo che il voto di oggi abbia espresso quello degli italiani. Ho inviato un messaggio a Prodi per il difficile momento. Ma i sondaggi indicano che il 60% degli italiani è con noi››. La sera in cui il governo più odiato dagli italiani cade definitivamente nell’aula del Senato, la stessa sera in cui sono in molti a festeggiare la fine del governo guidato da Romano Prodi, Silvio Berlusconi è al cinema Embassy, a Roma, dove Stefania Craxi lo ha invitato alla proiezione del film-documentario sulla vita di suo padre. Berlusconi a parte, sono davvero molte le personalità (e moltissimi i giovani) che assistono al lavoro del brillante Paolo Pizzolante che, con straordinaria passione, per mesi ha curato la regia di ‹‹La mia vita è stata una corsa››. Si apre proprio con queste parole la ricostruzione avvincente della vita e della figura di Bettino Craxi, arricchita dalle testimonianze di Paolo Pillitteri (‹‹Sin dai primi passi era già un predicatore laico che ti costringe a ragionare››) e Carlo Tognoli, di suo padre Vittorio Craxi, del suo capo ufficio stampa Antonio Ghirelli, del direttore di Critica sociale Ugo Finetti, di Francesco Forte, Renato Ruggiero e Francesco Cossiga. Tuttavia, l’aspetto più affascinante del lavoro di Pizzolante sta nell’aver reso possibile che fosse lo stesso Bettino a raccontarsi. Obiettivo raggiunto! Non c’è piaggeria, non ci sono forzature nella descrizione dei successi di una vita. Anche perché non ce n’è bisogno: è la vita di Bettino Craxi. Il filmato racconta tutto, anche il periodo più difficile di Tangentopoli e dell’esilio in Tunisia. Colpisce, in proposito, una frase del segretario socialista: ‹‹E’ impossibile difendersi da processi falsi, così come dall’informazione asservita››. Prima, però, i quasi 600 spettatori avevano visto gran parte della storia del loro Paese attraverso le lenti di Craxi e l’azione del Partito socialista italiano. Nel ’56 la Rivoluzione d’Ungheria (‹‹i carri armati sovietici schiacciavano la libertà e noi diventammo anticomunisti››), quindi un lunga successione di eventi: il congresso del Midas, la Presidenza del Consiglio, il Concordato, Comiso e Sigonella, la scala mobile, gli straordinari risultati nello sviluppo economico. E’ stupefacente pensare all’incredibile mole di successi conseguiti da una sola persona in una vita. Eppure è tutto vero. Prima che iniziasse il film dedicato allo storico collaboratore, il fidato Nicola Mansi, la figlia Stefania aveva detto: ‹‹La storia politica di mio padre è finita senza giustizia. La sua vita? Spesa per il bene del suo Paese››. Come darle torto dopo aver visto il patrimonio di memoria curato da Pizzolante? I giovani si entusiasmano e appassionano nel sentire la voce del leader socialista che si impone come un gigante nel dibattito a Sinistra. E’ lui che sfida i comunisti sul terreno della modernità e del riformismo e vince. E’ lui che, lontano da qualunque forma di subalternità al Pci, infiamma nel 1989 l’assemblea di Milano rifiutando lezioni dai comunisti, è lui che umilia la Dc di De Mita fornendo al Paese quella marcia in più sul piano internazionale come in campo economico… Al termine del filmato gli spettatori sono conquistati ma anche un poco storditi. Riaccese le luci, all’Embassy, si torna al quotidiano e tutti sentono grande la differenza rispetto ad una classe politica largamente inadeguata a far fronte alle reali emergenze del Paese. L’amarezza, tuttavia, si mescola alla speranza. Un’altra politica è possibile, ecco l’ultimo insegnamento di Bettino.

Riguardo l'autore

vocealta