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Bravi tutti. Ma adesso serve un partito vero

Sembra procedere un po’ a rilento il dibattito sul presente e sul futuro del Popolo della Libertà. I successi incassati alle ultime elezioni non devono ingannare: il progetto politico merita di essere alimentato con una programmazione seria, fatta di idee concrete e nuove regole.
Il governo, come giusto che sia, sta monopolizzando la scena e catalizzando l’interesse generale. I risultati raggiunti dall’esecutivo guidato da Berlusconi e le prossime mosse previste in agenda non possono che far ben sperare. I primi quattordici mesi, nonostante le tante difficoltà (crisi economica e terremoto) e le avversità mediatiche (i colpi bassi ricevuti dal premier), sono trascorsi facendo registrare un bilancio più che soddisfacente. Ma tutto questo non deve rallentare – o peggio ancora indurre a trascurare – la costruzione del Pdl. Il cammino del partito e quello del governo devono procedere invece di pari passo. Perché giova ad entrambi.
Il Popolo della Libertà, senza doversi perdere in estenuanti trattative ideologiche, ha la ghiotta opportunità di prendere come punto di riferimento l’esecutivo stesso, per la sua efficienza e il plebiscitario consenso che sta ottenendo. A Berlusconi e  i suoi va riconosciuto il merito di saper intercettare le reali esigenze della società e di riuscire a  trovare risposte immediate e concrete. Proprio questo deve essere il concetto di partenza di quella cultura politica che differenzia il partito dagli altri e lo rende utile e indispensabile allo sviluppo del paese e al benessere dei suoi cittadini.
Ma a trarne vantaggio è anche l’attuale governo. Perché solo con un forte movimento politico alle spalle, in grado di radicarsi in modo compatto sul territorio, può rappresentare un’esperienza significativa  e duratura e non solo uno sporadico, seppure positivo,  avvenimento storico.
Serve quindi maggiore organizzazione e occorre soprattutto avviare quei processi di selezione interna della classe dirigente. In modo da garantire, come si spera da tempo,  continuità e qualità.
Chi pensa che il Pdl possa solo togliere spazio al governo  o viceversa, oltre a commettere un errore di valutazione non coglie la straordinarietà del momento: non mancano i risultati raggiunti e non manca nemmeno la famigerata “base” pronta a raccoglierne l’eredità.
Un patrimonio politico, questo, che nessuno può permettersi di sprecare.

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