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Berlusconi cerca il voto anticipato

«Permettetemi di parlare un secondo del mio Paese». Silvio Berlusconi coglie l’occasione del suo intervento davanti alla platea del congresso del Ppe a Bonn per ripercorrere i temi prediletti: i giudici che si sono sostituiti al Parlamento, la sinistra allo sbando, la maggioranza coesa e il premier «super forte e con le palle». Non una breve digressione, ma un nuovo duro attacco alla magistratura, alla Consulta e al presidente della Repubblica. E l’annuncio di voler mettere mano alla Carta costituzionale. Parole che hanno scatenato la reazione non solo dell’opposizione, ma anche del presidente della Camera Fini che ha immediatamente commentato: «Berlusconi chiarisca il suo pensiero». Durissimo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che in una nota ufficiale parla di «violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia». Il presidente del Consiglio, tuttavia, non ha alcuna voglia di smussare gli angoli e, contrariamente al suo carattere, decide di farsi “convesso” e risponde alla prima e alla terza carica dello Stato che «Non c’è niente da chiarire. Sono stanco delle ipocrisie, tutto qua».
Perché Berlusconi è andato al congresso dei popolari europei e, invece di lavorare di cesello su Casini, come auspicava anche ieri dalle colonne del nostro giornale Gianfranco Rotondi, ha di nuovo mandato all’aria il tavolo? Eppure, dopo le chiacchiere fuori onda di Fini e il lavoro faticoso delle colombe del Pdl, sembrava si fosse trovata un accordo tra il presidente della Camera e il presidente del Consiglio sui temi, delicatissimi, del cosiddetto legittimo impedimento e del processo breve.
Per giunta il voto compatto del gruppo Pdl e della maggioranza in difesa del sottosegretario Cosentino dovrebbero aver contribuito a rasserenare gli animi tra berluscones e finiani.
Scartando l’ipotesi che Berlusconi sia matto, resta da pensare soltanto che egli abbia assunto una scelta ampiamente premeditata. A gennaio saranno trascorsi due mesi dall’accordo, durato lo spazio di una notte, tra Berlusconi e Fini in materia di giustizia e poco meno di tre dalla sentenza della Consulta che ha disintegrato il lodo Alfano. E da tre mesi il governo è impantanato. Berlusconi odia il pantano: la sua idea di azione politica e di governo è tutta dinamica, figuriamoci se riesce a sopportare un’inattività così prolungata. La settimana scorsa, infatti, al termine dell’inaugurazione dell’alta velocità Milano-Torino, Berlusconi era parso alquanto giù di morale e si era rianimato solo dopo l’incontro con i giovani della “Gladio azzurra” di Mario Valducci. Fonti vicinissime al premier accreditano dunque l’idea che con questa mossa, il presidente del Consiglio cerchi il voto anticipato. «Ci deve aver ripensato» dice un deputato meridionale della maggioranza, che spiega: «Berlusconi deve aver ricordato Mike Buongiorno e il celebre “Rischiatutto”. In fondo – prosegue – quale finestra migliore delle elezioni regionali? Votando in election day, il leader del Pdl punterà a fare cappotto e contenere anche la Lega Nord che, con lui in campo direttamente, non potrà dilagare in Lombardia e Veneto». Uno scenario avvalorato dal fatto che domenica, nella piazza del duomo di Milano, è prevista alle 17.00, un’ora decisamente predellinesca, una manifestazione di pre adesione al Pdl cui parteciperà Berlusconi in persona. I telefoni della sede azzurra di viale Monza bollono da ore per assicurare una massiccia presenza. Che il Cavaliere si prepari davvero ad un predellino2? Se fosse così, lo starebbe facendo calendario alla mano: dopo aver incassato Cosentino, la Finanziaria e il bagno di folla milanese, il premier incontrerà l’ufficio di presidenza del partito. Lo stesso ufficio di presidenza che aveva approvato all’unanimità il suo piano di azione alcune settimane fa. Difficile che il suo partito gli neghi il pieno sostegno (da Il Clandestino). 

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