La Serie A, nell’anno della fuga dei grandi talenti, ritrova in casa uno dei suoi più importanti protagonisti. Di nome fa Alessandro e di cognome Nesta. Cresciuto ed esploso calcisticamente nella Lazio dei sogni di Ericksson e Cragnotti, consacrato dal Milan di Ancelotti e dalla nazionale di Lippi. Difensore anomalo, forte ma soprattutto talentuoso. Dai piedi buoni. E poi, elemento che non guasta mai, bello e impossibile con la sua lunga chioma scura.
Si era perso, causa gravissimo infortunio. E in molti, quasi tutti, lo vedevano più come opinionista che calciatore. A commentare le moviole, invece di anticipare, con quello stile inconfondibile, l’attaccante di turno. Carriera terminata in anticipo per una schiena ormai a pezzi.
Ma come nei più bei romanzi che solo il pallone è in grado di scrivere, eccolo lì Alessandro Nesta, che nella fatal Verona prende in mano il suo Milan e con due incornate e una prestazione impeccabile ribalta il risultato e regala tre punti pesantissimi a Leonardo.
Grazie al suo difensore di lusso, i rossoneri sono quindi tornati Real anche in campionato. E possono, visti il carattere e la qualità del gioco messi in mostra nelle ultime tre apparizioni, ambire senza troppi complessi alla vetta del torneo. E disturbare il cammino, annunciato, di Inter e Juventus.
I primi hanno vinto facile contro un Catania troppo rinunciatario, i secondi hanno sofferto a Siena, ma ritrovato il salvatore della patria Amauri. L’attacante italo brasiliano, insieme a Buffon, è l’elemento chiave della squadra di Ferrara.
Nel campionato delle piccole, tornano quindi prepotentemente le tre grandi. Solo la Samp di Del Neri, spettacolare contro il Bologna, riesce a tenere il passo e a non spezzare l’incantesimo.
La domenica pallonara fa registrare anche gli acuti di Palermo, Atalanta e Napoli (trionfatore in trasferta dopo un anno) e la crisi nera del calcio romano. La somma dei punti di Roma e Lazio è inferiore a quella dell’Inter. Gli anni di Nesta e Batistuta, sotto il Cupolone, fanno tanta nostalgia.
