“Noi amiamo Silvio” è il nome del nuovo settimanale fotografico dedicato alle avventure di Silvio Berlusconi. L’ultima idea editoriale della neonata Alberto Peruzzo Editore, piccola casa editrice milanese della Peruzzo Company, sembra non riscuotere grandissimo successo. Dai commenti, alle impressioni, per finire alle inevitabili battute, sembra che l’idea di un’esaltazione fotografica del Premier stia facendo ridere sotto i baffi anche gli scranni più fedeli. Lontano da qualsiasi intento apologetico, a detta dell’imparziale editore, il volumetto di cadenza settimanale suscita compassione e poca simpatia. Al prezzo di partenza di 9,90 euro potete trovare fotografie del Premier in carta superpatinata, grande formato, copertina semi rigida con risvolti e titolo in rilievo. Peccato che nonostante siano stati scelti pregiati materiali il prodotto finale a livello grafico (e non c’è molto altro) sia piuttosto scadente.
Regna la bassa qualità. Le foto, soprattutto quelle in grand’angolo, sono in molti casi sgranate. Secondo problema: ben venga qualche ritocco che si sposa con l’immagine da copertina patinatala, ma la paletta dei colori di Photoshop viene usata in modalità ‘maldestro’ sul viso del Premier. Terzo problema: davanti al ritocco di un grande numero di foto i grafici hanno deciso, per alleggerire il lavoro, di ritoccare solo la testa del Premier. Ecco quindi che non solo ha un colore inquietante, ma è anche illuminato e colorato con toni totalmente differenti da quelli dei presenti. Fotomontaggio? Probabile.
Viene da pensare chi abbia dato via libera a questa beatificazione presunta che rischia di ridicolizzare l’immagine del Presidente del Consiglio. Ci auguriamo solo che il Presidente della Alberto Peruzzo Editore sia un elettore di Penati, altrimenti anche questa volta dovremmo dare atto a Bondi di attacchi interni al Pdl.
Regna la bassa qualità. Le foto, soprattutto quelle in grand’angolo, sono in molti casi sgranate. Secondo problema: ben venga qualche ritocco che si sposa con l’immagine da copertina patinatala, ma la paletta dei colori di Photoshop viene usata in modalità ‘maldestro’ sul viso del Premier. Terzo problema: davanti al ritocco di un grande numero di foto i grafici hanno deciso, per alleggerire il lavoro, di ritoccare solo la testa del Premier. Ecco quindi che non solo ha un colore inquietante, ma è anche illuminato e colorato con toni totalmente differenti da quelli dei presenti. Fotomontaggio? Probabile.
Viene da pensare chi abbia dato via libera a questa beatificazione presunta che rischia di ridicolizzare l’immagine del Presidente del Consiglio. Ci auguriamo solo che il Presidente della Alberto Peruzzo Editore sia un elettore di Penati, altrimenti anche questa volta dovremmo dare atto a Bondi di attacchi interni al Pdl.