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Uno scienziato alla guida della Fratellanza Musulmana

Muhammad Badie è stato eletto nuova Suprime Guide della Fratellanza Musulmana.”Crediamo nelle riforme graduali che avvengono in modo pacifico e nel rispetto delle istituzioni. Rigettiamo la violenza e la denunciamo in tutte le sue manifestazioni” ha detto la nuova guida suprema in conferenza stampa. Secondo gli analisti, Badie sarebbe intenzionato a rafforzare la presenza dell’organizzazione nel sociale e tenere un basso profilo nell’arena politica egiziana.
Nato nel 1943, insegna patologie veterinarie presso l’università di Beni Suef, un ramo indipendente di Cairo University. Adepto dei Fratelli Musulmani da decenni, negli anni 60 Badie ha trascorso 9 anni in prigione con l’accusa di essere stato fiancheggiatore dell’ala paramilitare della Fratellanza che pianificava un colpo di stato per rovesciare il governo. Arrestato anche nel 1974, nel 1998, nel 1999 è stato nominato uno dei 100 scienziati più influenti del mondo arabo.
La Fratellanza Musulmana è una delle più importanti organizzazioni islamiche in cui prevale la componente politica sul sentimento religioso. Fu fondata in Egitto nel 1928 dopo il collasso dell’Impero Ottomano da al-Hasan al-Bannā, un insegnante egiziano che cercava di favorire le istanze e il riscatto dei lavoratori arabi egiziani nella zona del Canale di Suez diffondendo l’etica e la concezione civica che caratterizzano l’essenza originale dell’Islam.
Dopo decenni caratterizzati da una progressiva involuzione del messaggio originale del fondatore, una deriva ideologica sfociata in pura militanza paramilitare, e l’abbandono della violenza alla fine degli anni 80 (che non ha migliorato il rapporto con il governo di Mubarak che in questi anni ha arrestato vari leader, centinaia di simpatizzanti e chiuso almeno 40 aziende che foraggiavano le casse dell’organizzazione), nel 2005 la Fratellanza è riuscita ad entrare in parlamento con il 20% dei seggi. Dato che la legge elettorale egiziana vieta ai partiti di matrice religiosa di competere alle elezioni, i rappresentati del gruppo islamista sono stati eletti come candidati indipendenti. E’ invece molto produttiva e capillare la presenza della Fratellanza nel circuito assistenziale, nelle università, nei sindacati e nelle associazioni di rappresentanza imprenditoriale e ovviamente nelle moschee.
Muhammad Badie è l’ottava guida spirituale della storia dell’organizzazione e prende il posto di Mohamed Mahdi Akef che a sua volta era stato eletto nel gennaio del 2004. Anche se a Akfef viene riconosciuto il tentativo di aver cercato di bilanciare i rapporti di rappresentanza e di influenza tra le varie frange ideologiche dell’organizzazione, i riformisti e i pragmatici sono stati sempre messi nell’angolo ed hanno avuto poca voce in capitolo nei processi decisionali dell’organizzazione. Tranne che su internet, dove, attraverso i loro blog, i riformisti non hanno esitato ad attaccare la disciplina e la capacità dalla leadership nel marginalizzare i dissenzienti e nel preservare la cultura della diffidenza verso la trasparenza nel modo di gestire le divergenze e le dispute interne.
Il cambio di leadership è stato propiziato da colpi di scena atipici per gli standard della Fratellanza. Il leader uscente, Mohamed Mahdi Akfef, al contrario dei sui 6 precedessori ( morti quando erano ancora in carica) e contro ogni speculazione interna, è stato l’unico a rinunciare al diritto di prolungare di altri 6 anni il suo mandato come guida suprema. Secondo Khalil El-Amani,il più gettonato analista specializzato in Islam politico, l’annuncio del suo ritiro, che è avvenuto lo scorso marzo, oltre a spiazzare l’establishment interno, ha lasciato un vuoto di potere in cui si sono buttati sia i super conservatori che quei pragmatisti appartenenti alla quota tradizionalista della Fratellanza. Sempre in controtendenza con il passato, in questi mesi di campagna elettorale per la guida della Fratellanza, i conservatori e gli iperconservatori hanno portato nei media egiziani le loro dispute e le loro istanze.
Che cosa significa tutto ciò? Per prima cosa, che nell’organizzazione manca una struttura o un consiglio super partes che abbia l’autorità di mitigare le dispute tra le varie fazioni interne e quelle tra la guida suprema e il Guidance Bureau, il consiglio incaricato di posizionare l’organizzazione sulla mappa politica ed ideologica. Il Consiglio è formato da 16 membri. Le recenti nomine per il rinnovo di alcuni dei seggi, hanno portato alla formazione di un gabinetto di iperconservatori più teologico che pratico. “Con i nuovi consiglieri la Fratellanza è sempre più dominata da un pensiero conservatore” ha detto alla Reuters il membro riformista Abu-Futuh. Tra i 16 membri non c’è nessuno che abbia meno di 50 anni. E neppure una donna. Ma è anche vero che la crisi interna fomentata dalla ritirata di Afef, ha dimostrato che i nuovi arrivati hanno rotto il tabu dell’ubbidienza e della reverenza assoluta verso un solo leader.
Questo non significa che la Fratellanza sia un organizzazione che si sia improvvisamente infatuata dei processi democratici e della trasparenza. Saranno caduti dei tabù, ma non ci sono segnali concreti che confermino come l’imprinting islamista radicale e il flirtare doppio giochista tra teocrazia e democrazia si siano staccate dal cordone ombelicale del gruppo. Dopo tutto, nell’agosto nel 2007, il primo manifesto politico elaborato e reso pubblico dalla Fratellanza, oltre ad emarginare copti e donne, propose come modello politico per i paesi musulmani un consiglio di religiosi al di sopra del parlamento che approva le leggi, le modifica o le istituisce a suo piacimento come accade in Iran (da ilSole24Ore).

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