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Su Caliendo solo panna montata

Qualcuno pensa di dare il via a processi di piazza, di gonfiare bolle di sapone irrobustendole con nomi che dovrebbero impensierire (P3, ndr), di condurre la lotta all’avversario politico non sul versante elettorale e democratico ma su quello giudiziario nella sua versione giacobina e giustizialista denunciata con forza nei giorni scorsi proprio da Silvio Berlusconi.
Prima Brancher, poi Cosentino e ora sarebbe il turno del sottosegretario Caliendo, magistrato, già esponente della corrente di maggioranza relativa tra le toghe, Unità per la Costituzione. Per colpire Caliendo, in attesa di una mozione di sfiducia che ancora non è stata calendarizzata, l’opposizione ha discusso nelle scorse ore una interrogazione al ministro della Giustizia.
La risposta di Angelino Alfano merita di essere letta per la chiarezza con la quale dissipa tutte le insinuazioni e le accuse mosse in modo maldestro dagli esponenti di Idv e Pd e con cui boccia l’incontinenza dichiaratoria del procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, che ha rilasciato interviste – è il caso di dirlo – a destra e a manca.
Il Guardasigilli spiega che l’interrogazione parlamentare «è una sorta di copia-incolla dell’ordinanza di custodia cautelare che ha riguardato i tre soggetti da voi citati, con una conclusione evidentemente sganciata dalla premessa poiché, a fronte del copioso uso dei contenuti dell’ordinanza, si conclude, prescindendo da essa e chiedendo che iniziative il Governo intenda adottare in merito alla posizione del sottosegretario, il senatore Giacomo Caliendo, a prescindere dalle sue responsabilità penali».
Il ministro ha poi chiarito che « tutto è noto dell’inchiesta, niente è noto, invece, di ciò che il sottosegretario Caliendo avrebbe materialmente fatto, agendo illecitamente o in direzione contraria ai doveri dell’ufficio che ricopre. Intendo ribadire in quest’Aula – ha quindi aggiunto Alfano – la piena correttezza di comportamento del sottosegretario Caliendo nei due anni di intenso e proficuo lavoro al Ministero della giustizia».
In ultimo, in riferimento al quesito circa le iniziative che il Governo avrebbe adottato – per ricorrere all’espressione usata dall’opposizione – “al fine di salvaguardare il Paese e le sue istituzioni nel loro prestigio e nella loro dignità”, la risposta di Alfano è stata semplice e chiara: «il Governo intende adottare tutte le iniziative previste dal programma approvato da milioni di elettori per rendere più efficiente e funzionale la giustizia italiana come già fatto per la riforma del processo civile e per le leggi antimafia.
Ciò nella consapevolezza della grande differenza che esiste tra noi e voi. Per voi – ha quindi concluso il ministro della Giustizia – la questione morale è andare dietro ad ogni inchiesta. Per noi è morale perseguire gli autori dei reati senza inseguire fantasmi, dare certezza della pena ai colpevoli, ristoro alle vittime dei loro reati, garanzie degne di uno Stato liberale ai cittadini innocenti sottoposti a processo» (il Predellino).

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