Al mondiale africano mancano in fin dei conti solo 12 mesi. Ma sembra davvero troppo lontano. Così come lo è un Brasile galattico e bello da vedere: concreto in avanti, ordinato in difesa, spumeggiante in mezzo al campo. Difetti non ce ne sono. Insieme alla Spagna è la squadra migliore del momento e probabilmente proprio contro le furie rosse se la vedrà in quella che già si annuncia una finale da non perdere.
Ma quanti errori Mr Lippi. Il nervosismo ostentato dal tecnico viareggino dinanzi ai microfoni Rai è l’emblema di un momento delicatissimo per la compagine azzurra, persa nel precario equilibro tra vecchio e nuovo. Tra giovani che faticano ad inserirsi e grandi vecchi che hanno perso la vitalità di un tempo.
Poi il CT ci ha messo troppo del suo: intestardirsi con il solito deludente Toni, rinunciare alla grinta di Gattuso, sottovalutare l’emergente e raggiante Pepe, per premiare uno spaesato Iaquinta, si è rivelato fatale. Alle stelle di Dunga sono bastati pochi minuti per mettere in chiaro le cose: tre reti, due pali e tante altre occasioni che non ammettono alibi.
Il solito secondo tempo italiano, ravvivato da un volenteroso Gilardino, non è bastato a farci salvare la faccia e a conquistare la semifinale. A sorpresa gli Usa hanno battuto 3 a 0 l’Egitto. Bastava un gol per rimandare la partenza, ma a parte qualche timido assalto alla porta di un signor portiere di nome Julio Cesar nulla è accaduto. A un certo punto i cinque volte campioni del mondo hanno persino tirato il freno, quasi a voler non farci troppo male.
La colpa non è delle assordanti trombette delle tribune sudafricane e nemmeno di scandalosi arbitraggi. Non c’è proprio stata partita. Punto. E per Lippi si annunciano per la prima volta duri processi, come è accaduto a illustri predecessori del calibro di Zoff e Trapattoni.
Aneddoto finale: il CT brasiliano sfoggiava la stessa inguardabile camicia indossata in occasione dell’amichevole di gennaio. Anche stavolta ha portato fortuna. Ma pochi abitanti del Belpaese avrebbero il coraggio di uscire in strada conciati in quel modo. E’ l’unico appiglio. Per tutto il resto: povera Italia.