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Sotto l’albero? Per noi azzurri solo Biasotti…

A casa mia usiamo scambiarci i regali di Natale il giorno della vigilia, il 24 dicembre. Poi il giorno successivo quando festeggiamo Natale in famiglia, amiamo fare il resoconto di quello che abbiamo trovato “sotto l’albero”. Così ci si diverte a dire “ho avuto più io”, “quest’anno è magra…”, “…io mi accontento” piuttosto che “Si, era quello che volevo!”.
Allo stesso modo sono anni che il giorno di Natale penso a quello che la politica ci ha lasciato in omaggio. E quest’anno devo dire che personalmente non mi è andata malissimo, ma non amo fare resoconti personali, e penso piuttosto a quello che il mio partito/movimento-politico ci ha lasciato sotto l’albero.
Per via delle elezioni regionali vediamo tanti regalini senza però poterli scartare. Fortuna che la carta è trasparente e qualcosa son riuscito ad intravedere.
Non sono affatto contento. Una volta tra amici Silvio Berlusconi disse: “Il Popolo della Libertà deve essere Forza Italia 2”. E con questo lui non intendeva dire che gli uomini delle dirigenze degli altri partiti dovevano essere messi all’angolo, intendeva semplicemente affermare che il modello di partito a cui far riferimento doveva essere quello suo, quello del movimento politico da lui creato, quello con più voti in Italia: Forza Italia, fatto da una classe dirigente giovane e che in 14 anni aveva avuto modo di farsi le ossa e entrare nei meccanismi del territorio.
Oggi c’è ben poco di quell’esclamazione che fece in tempi non sospetti il nostro Presidente del Consiglio. Oggi respiro tutta un’altra aria. E così sotto l’albero ci sono 11 regali da scartare, come le regioni che vanno al voto, come i candidati del centrodestra che il Popolo della Libertà presenterà di qui a breve:
1. Lombardia: Roberto Formigoni (Comunione e Liberazione)
2. Campania: Stefano Caldoro (ex Psi)
3. Puglia: Stefano D’Ambruoso (ex magistrato)
4. Calabria: Giuseppe Scopelliti (AN)
5. Lazio: Renata Polverini (AN)
6. Piemonte: Roberto Cota (Lega Nord)
7. Veneto: Luca Zaia (Lega Nord)
8. Liguria: Sandro Biasotti (Forza Italia)
9. Emilia Romagna: Sandro Mazzucca (ex giornalista)
10. Toscana: ???
11. Marche: ???
Tra questi regali non ce n’è uno per noi azzurri: Biasotti non è un regalo, purtroppo lo dicono i sondaggi. Non mi accontento di pensare che possa esserci qualcosa di buono nel regalo delle Marche e della Toscana. Troppo poco, sono regali futili, non servono.
Più di un anno fa nacquero le famose quote, per le quali Fini venne bistrattato dagli uomini del suo stesso partito (Alleanza Nazionale): “70-30 per noi di An suona come una sconfitta”, “Ecco che Fini ci ha svenduto a Berlusconi!”. E invece Fini ci ha visto lungo. Fini sapeva che l’organizzazione di Alleanza Nazionale era più forte di quella di Forza Italia. E così è stato. Un esempio? Andate in Abruzzo a sentire come sono andate le elezioni regionali: An ha fatto carne da macello nei vari collegi, con Chiodi che per quanto vicino al Presidente del Consiglio non ha alcuna tessera di partito per cui non è ascrivile a Forza Italia.
Caro Babbo Natale, quest’anno non sono per nulla contento, non ho ancora aperto i regali ma so già che sarà una delusione. Non voglio pensare che su 20 Regioni, i governatori di Forza Italia saranno quelli di Sardegna e Molise. Non credo sia giusto perché questo decreterebbe il fallimento di un progetto politico nato nel 1994, voluto da Silvio Berlusconi, voluto da tanti giovani che hanno scelto un ideale moderato e liberale, e voluto prima di tutto dai cittadini italiani.
Io non so di chi è la colpa, ma da giovane ventiseienne posso senz’altro dire che la classe dirigente ex FI non è stata in grado di creare un giusto ricambio, se in regioni come la Puglia, la Campania o le Marche, piuttosto che il Piemonte, non siamo in grado di esprimere un candidato politico.
Niente regali quest’anno sotto l’albero per chi come me si è tuffato appena sedicenne nell’avventura di Forza Italia e nel progetto politico di Silvio Berlusconi, ma ancora tanto entusiasmo e ancor più coraggio: per non sentirmi ospite a casa mia ce ne vuole tanto!

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