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Sorprendente Serie A

Milan, Juventus ed Inter. Storie di grandi squadre che faticano ad imporsi in un campionato che si fa sempre più ostico e competitivo. Dove, ogni domenica, devi fare i conti con formazioni super organizzate e ricche di talento.
Doveva essere il turno delle big, della prima grande fuga, e invece la sesta giornata è servita ad incoronare la Samp di Cassano, Pazzini e Del Neri. Sola in testa alla classifica con 15 punti (cinque vittorie e una sconfitta). A farne le spese un’Inter ancora lontana dalla forma migliore, priva di un’identità di squadra ben definita. La vittoria infrasettimanale con il Napoli aveva illuso il popolo nerazzurro. Mourinho, nervoso ai microfoni dei giornalisti, rappresenta al meglio lo stato psicofisico dei Campioni d’Italia. Uno squadrone, non c’è dubbio. Che deve però ancora trovare quella manovra spumeggiante per fare il fatidico salto di qualità.
Un po’ meglio è messa la Juve, che perde però per strada quattro punti con Genoa e Bologna. Amauri è solo l’ombra del fuoriclasse visto la scorsa stagione e Diego ha un preoccupante tallone d’Achille: una precaria forma fisica che toglie continuità al suo estro.  
Il Milan sta peggio di tutti: nel posticipo serale subisce l’entusiasmo e la fantasia del Bari. Rischia di cadere sotto i colpi di una squadra ben organizzata e forte tecnicamente. Ai rossoneri mancano fiato e cattiveria. Ronaldinho fa piccoli passi avanti, Huntelaar non sembra ancora all’altezza della situazione.
Il campionato, quindi, si accende grazie alla sua imprevedibilità e al suo grande equilibrio. Udinese e Cagliari  – dimenticate a inizio stagione – tornano a convincere (sconfitte Genoa e Parma). Così come la nuova Fiorentina di Jovetic che supera in trasferta il Livorno. Alla Serie A mancano stadi decenti, grandi stelle (vedi le partenze di Ibra e Kakà), ma resta senza dubbio uno dei tornei più difficili e belli del mondo.

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